L’Associazione Emiliano-Romagnola: quattro giovani e tante illusioni

Rossi, Alberighi, Buzzoni, Sproccato,
Rossi, Alberighi, Buzzoni, Sproccato, quattro giovani ferraresi, hanno dato vita alla più giovane associazione italo-spagnola tra sogni e illusioni. Progetti futuri e ambizioni

MADRID-  Tanta passione, tanto entusiasmo, e tanto amore verso la propria regione d’origine. Questi i principali ingredienti che hanno permesso la nascita dell’Associazione Emiliano-Romagnola in Spagna. Nello sfondo una sincera amicizia che ha fatto da collante e permesso di superare gli ostacoli iniziali, piccoli e grandi, e di trovare il tempo che certamente non abbonda  a Madrid, una città che ammalia con la sua magia, per portare avanti una iniziativa tanto impegnativa.

Incontriamo Michele Rossi, Presidente dell’Associazione Emiliano-Romagnola in Spagna; Tommaso Sproccati, Vicepresidente; Giacomo Buzzoni, tesoriere; e Michele Alberighi, Segretario, in una elegante e spaziosa sala di riunione prestata all’Associazione da un noto studio legale nella centrica e signorile “Calle Velàsquez”. Sono loro il nucleo centrale, i promotori di una iniziativa che è ormai una realtà. Tanti sogni, tanti progetti e un lungo cammino da percorrere.

– L’associazione – spiega Alberighi – è nata un po’ per caso, un po’ per gioco. Siamo tutti ferraresi arrivati a Madrid in differenti momenti, da differenti destini e con differenti aspettative. Il nostro, in Spagna, doveva essere un percorso temporaneo. Ed invece non siamo più tornati in Italia se non per brevissime vacanze. Il Paese ci ha offerto quello che in Italia non riuscivamo a trovare. Dal momento che eravamo qui e ci ritrovavamo spesso, ci siamo detti: perché non creare un qualcosa che potesse trasformarsi in un ponte tra Spagna e Italia? C’erano nostalgia e, soprattutto, il desiderio di non perdere il contatto con l’Italia e con la nostra regione. In un primo momento, eravamo orientati solo a Ferrara. Poi ci siamo resi conto che sarebbe stata una iniziativa troppo riduttiva. Così, lentamente, è maturata l’idea di creare un’Associazione Emiliano-Romagnola. La nostra è una associazione registrata regolarmente, con tante idee ma che continua ad avanzare a piccoli passi.

– Come si dice in Spagna – interviene Buzzoni -: “sin prisa pero sin pausa.”

Michele Alberighi, Segretario dell'Associazione
Michele Alberighi, Segretario dell’Associazione

– La nostra Associazione – prosegue Alberighi – è riconosciuta ufficialmente dalla Regione Emilia Romagna: siamo l’Associazione Emiliano-Romagnola per la Spagna, Canarie incluse.

– Naturalmente siamo registrati anche presso l’elenco della nostra Ambasciata – precisa Rossi. – Di fatto, ci siamo recati in Ambasciata ancora prima di formalizzare la registrazione presso l’ufficio della Regione.

Quindi, una Associazione, quella Emiliano-Romagnola, con tutti i requisiti legali; un contenitore che ora va colmato di iniziative, progetti e idee.

– Progetti? – sorride Alberighi -. Tanti, una marea. In via di realizzazione? Pochissimi. A dir la verità, solo uno. E’ difficile conciliare il vulcano di idee con il tempo che dedichiamo al lavoro, alla carriera professionale e alla vita sentimentale.

Qualcosa ne sa chi, come Rossi, Alberighi, Buzzoni e Sproccati, ha già vissuto questa esperienza. Non basta la voglia di fare, c’è bisogno di tempo. E questo non è mai sufficiente, specialmente se si è giovani.

– Ciò non toglie che – prosegue Alberighi – l’entusiasmo iniziale che ci ha mosso ad intraprendere questa avventura sia rimasto inalterato. Le complicazioni non ci spaventano. Cosa vogliamo diventare da grandi? Un ponte, un punto di riferimento per la nostra regione… per chiunque, in Spagna, voglia intraprendere iniziative in Emilia Romagna; per coloro che, in Italia, vedono in questo Paese uno spazio interessante per i loro prodotti e non solo.

Sostiene che l’Associazione non vuole essere unicamente “un punto di riferimento per l’Erasmus”. Le ambizioni sono ben altre.

– Non aspiriamo a sostituirci ad altre istituzioni -aggiunge con umiltà. – Semplicemente vogliamo essere un altro punto di riferimento. D’altronde abbiamo ottime relazioni con tutti. Ad esempio, con la Camera di Commercio Italiana per la Spagna e con il Comites, che ci ha sostenuto e incoraggiato.

A differenza di Alberighi, Rossi parla con moderato entusiasmo e prudenza. E’ un modo di essere di chi ha fatto della Giurisprudenza una scelta di vita. Assicura che è in studio un progetto concreto che “era impossibile realizzare senza prima aver ottenuto l’ufficialità dalla Regione”.

Michele Rossi, presidente dell’Associazione

– Ottenuto il riconoscimento – aggiunge – abbiamo cominciato a guardarci intorno. A individuare progetti non solo interessanti ma anche realizzabili. Ne abbiamo presentato uno alla Regione; un bando per l’organizzazione di un evento ad ottobre. L’idea è quella di presentarci al pubblico con una iniziativa capace di destare interesse sia in chi già ci conosce sia in chi, anzi soprattutto in chi, ancora non siamo riusciti a raggiungere.

Il progetto, senz’altro ambizioso, coinvolge il giovane scrittore ferrarese Enrico Dal Buono. Infatti, è intenzione dell’Associazione presentare la sua ultima creazione letteraria al pubblico italo-spagnolo “madrileño” e allo stesso tempo, proporre una degustazione di prodotti tipici della Regione. Tra gli ospiti non solo l’Ambasciata, la Cancelleria Consolare, l’Istituto Italiano di Cultura e la Camera di Commercio Italiana per la Spagna ma tutte le istituzioni italo-spagnole e il pubblico in generale, italiano e spagnolo. 

– Tendenzialmente sarà una iniziativa autofinanziata – afferma Rossi -. Il bando, qualora fosse accettato, permetterebbe la copertura del 70 per cento delle spese. Sarà nostra responsabilità finanziare il resto. Speriamo di farcela attraverso sponsor o partnership.

L’Associazione Emiliano-Romagnoli in Spagna

A questo punto la domanda sorge spontanea. Si giustifica una Associazione Emiliano Romagnola in Spagna? Quanti sono i corregionali che vivono e lavorano nella penisola iberica? 

Rossi con molta onestà non azzarda cifre. Assicura che gli Emiliani Romagnoli in Spagna sono tanti ma ammette di non essere in possesso di numeri che possano confortare questa sua intuizione.

– C’è una ragione di fondo – spiega -. E’ la privacy. Questo è il motivo che rende difficile accedere a informazioni del genere. Almeno per il momento.

Giacomo Buzzoni, tesoriere dell’Associazione

– C’è da sottolineare, poi – aggiunge Buzzoni -,  che non tutti gli emiliani-romagnoli che vivono in Spagna sono registrati nell’anagrafe regionale. Non c’è l’obbligo di iscrizione. 

Conversiamo nella tranquillità e il silenzio che ci offre l’elegante sala di conferenze che ci ospita. Una fitta pioggerella estiva bagna Madrid e il sole si nasconde, facendo capolino a volte tra le nubi, per lasciare spazio al lungo tramonto grigio. Il cielo minaccia nubifragio. Ma, come si vedrà poi, sarà un falso allarme.

Colpisce l’età media dei fondatori dell’Associazione Emiliano-Romagnoli. Non supera i 40 anni. Rossi, Alberighi, Sproccati e Buzzoni, quindi, vivono una tappa della loro vita in cui è già complesso e difficile conciliare ambizioni lavorative con esigenze familiari. E’ per questo che le Associazioni Regionali sono tradizionalmente fondate da pensionati e, in ogni caso, da persone che hanno almeno raggiunto una tranquillità economica. Insomma, da connazionali che hanno tempo e non hanno smesso di sognare; da chi preferisce intraprendere iniziative piuttosto che restare a casa in pantofole, seduto davanti a un televisore.

– E’ vero – ci dice Rossi -, i nostri impegni sono tanti. A volte non riusciamo ad incontrarci, altre siamo costretti a video-conferenze per Skype. Eppure viviamo tutti a Madrid.

Storie diverse

Ognuno di loro ha una sua storia. Amici a Ferrara, emigranti in Spagna. Si sono ritrovati a Madrid, terra che pensavano rappresentasse una breve parentesi nella loro vita e che invece li ha ammaliati, incantati col suo fascino. Chiediamo, perché la Spagna?.

Il primo a rispondere è Sproccati e lo fa rimproverando bonariamente Alberighi.

– Tutta colpa sua – sorride indicando l’amico -. Se oggi vivo in Spagna la responsabilità è solo sua. Diciamo che ha detto le parole giuste nel momento giusto. Ero a Ferrara e lavoravo come farmacista. Lui era già a Madrid. In uno dei suoi viaggi in Italia mi chiese se potevo andare a prenderlo in aeroporto. Non ebbi problemi. 

Tommaso Sproccati, Vice-Presidente dell’Associazione

– Tornavo in Italia per poi recarmi di nuovo in Spagna per un corso di post-laurea – precisa Alberighi “rubando” la parola a Sproccati -. Avevo bisogno di un co-inquilino ed allora gli dissi: perché non vieni in Spagna per qualche mese? Giusto per provare.

– Accettai. Proviamo un mese, dissi – prosegue Sproccati. – Della Spagna ero già innamorato. Ero stato a Barcelona e la lingua più o meno la conoscevo. Quel mese sono diventati quattro anni. Madrid è una città che ti avvolge e ti coinvolge…

– Io invece – ci dice Buzzoni – avevo appena finito l’Università a Bologna. Fin da piccolo ho fatto canottaggio partecipando anche ai campionati del mondo del 2016. Ho stretto tante amicizie con altri atleti. Dopo la laurea trascorsi un breve periodo in Italia e, poi, sono venuto a trovare un amico spagnolo che viveva a Madrid. Volevo trascorrere un due o tre mesi in Spagna per perfezionare la lingua. Ricordo che aprendo un lunedì mattino il quotidiano “El Paìs” lessi che l’ufficio italiano di turismo cercava un impiegato. Chiamai. Fissai un appuntamento per il giorno seguente. Mi presentai e dopo il colloquio mi dissero: torna tra tre giorni che sei assunto. Appena il tempo di recarmi a Ferrara, fare le valige e trasferirmi. Non potevo essere più fortunato, all’Università di Bologna avevo studiato Economia del Turismo. 

Michele Rossi, invece, confessa che la sua è una storia “molto più lineare, forse addirittura banale”.

– Venni a Madrid con una borsa di studio – racconta -. Il caso volle che, con quella borsa di studio, fossi assunto in questo studio legale. Sono laureato in Giurisprudenza. La borsa di studio era per solo tre mesi. Ma mi chiesero di restare. Ed allora ho fatto come Giacomo: sono tornato in Italia, ho fatto le valigie e sono venuto in Spagna. Sono passati ormai 9 anni. 

Rossi, Alberighi, Buzzoni, Sproccati hanno ormai trascorso un gran parte della loro vita in Spagna ma, come confessano senza timore, sentono ancora la mancanza di piccole cose: la passeggiata, l’aperitivo con gli amici, gli aromi e i sapori italiani. Continuano ad amare l’Italia, le sue bellezze e le sue tradizioni.

– Sono profondamente innamorato del mio Paese – confessa Buzzoni -. Lo conosco in lungo e in largo. Mi sposerò quest’anno. Abbiamo deciso di trascorrere una ventina di giorni in Camper in giro per l’Italia. Voglio tornare nei posti che visitai con mio padre. Ammirare le piccole cose, godermi le diversità dell’Italia.

E’ un amore e una ammirazione che condividono, amore e ammirazione che li ha spinti a stare insieme in questa loro iniziativa oggi realtà: la Associazione Emiliano-Romagnoli in Spagna. 

Mauro Bafile