In Usa figlia strappata a una migrante che allatta

A Tijuana donna immigrante allattando il figlio
A Tijuana donna immigrante allattando il figlio. (JP-Martinez)

NEW YORK. – Nel sud del Texas, ‘ground zero’ della crisi migratoria tra Usa e Messico, una mamma arrivata illegalmente dall’Honduras è stata fermata dalle autorità di frontiera che le hanno strappato la figlia neonata dalle braccia mentre stava allattandola al seno in un centro di detenzione. La denuncia della donna, riferita alla Cnn da Natalia Cornelio, avvocatessa del Texas Civil Rights Project, ha rilanciato le polemiche sulle strategie della “tolleranza zero” adottate dall’amministrazione Trump: separare i figli dai genitori come deterrente all’immigrazione illegale.

La donna, secondo la Cornelio, sarebbe stata ammanettata quando ha cercato di opporre resistenza. Il portavoce della polizia di frontiera, Dan Hetlage, ha smentito: “Non c’è alcuna sostanza nelle accuse”. Ma a Washiongton si difende la linea dura. E così l’Attorney General, Jeff Sessions, ha ribadito: “Niente immunità a chi arriva con i figli, così come non c’è immunità per i cittadini Usa che commettono crimini”.

In sintonia anche la portavoce della Casa Bianca, Sara Sanders: far rispettare la legge, dice, “è secondo la Bibbia”. Contrario all’isolamento dei bambini si è detto invece lo speaker repubblicano della Camera, Paul Ryan: senza criticare l’amministrazione, ha chiesto una legge del Congresso che inquadri d’ora in poi le politiche migratorie. Le separazioni dei figli dai genitori non sono necessariamente permanenti ma l’ultimo incidente si aggiunge ad altri casi emersi nelle ultime settimane.

Il Washington Post ha raccontato di un papà arrivato anche lui dall’Honduras che si è ucciso in cella dopo essere stato separato dalla moglie e dal figlio di tre anni. Secondo il Boston Globe, le autorità dicono ai genitori arrestati che la separazione serve per fare il bagno ai figli che però, dopo esser stati presi in custodia, non vengono più restituiti.

Denunciata come “barbarica” dalla leader democratica, Nancy Pelosi, la linea della tolleranza zero ha creato sconcerto anche in ambienti conservatori, inclusi alcuni potenti gruppi religiosi che hanno contribuito all’elezione di Donald Trump. Il reverendo evangelico Frankie Graham, figlio del leggendario predicatore Billy Graham, ha definito “terribile” vedere famiglie “dilaniate in questo modo”.

Mentre, sul fronte cattolico, il cardinale arcivescovo di Boston, Sean O’Malley, ha accusato l’amministrazione Trump di usare i bambini come “ostaggi”, applicando “una logica morale sbagliata” contro la quale “non si può restare in silenzio”.

(di Alessandra Baldini/ANSA)