Argentina: ribaltone vertice della Banca centrale, il peso affonda

Il ministro delle finanze argentino Luis Caputo durante un suo intervento.
Il ministro delle finanze argentino Luis Caputo

ROMA. – Il crollo del peso argentino non accenna ad arrestarsi. Non riesce a fermarlo nemmeno il ribaltone al vertice della Banca centrale, dopo le dimissioni a sorpresa del presidente Federico Sturzenegger, e la nomina al suo posto del ministro delle finanze Luis Caputo. Un cambio al vertice che avrebbe dovuto calmare i mercati dopo che già il giorno precedente il peso era affondato ai minimi storici nei confronti del dollaro.

Le dimissioni di Sturzenegger, che era alla guida della Banca centrale dal dicembre 2015, non erano nell’aria. “Negli ultimi mesi vari e diversi fattori hanno intaccato negativamente la mia credibilità come presidente della banca centrale”, ha spiegato nella lettera di dimissioni al presidente Mauricio Macri.

Al suo posto il ministro delle finanze Caputo (il suo ministero va al ministro del Tesoro Nicolas Dujovne), banchiere di 53 anni, che ha lavorato per JpMorgan Chae & Co e Deutsche Bank. Una notizia accolta dai mercati con un iniziale entusiasmo che ha portato il peso a guadagnare oltre il 4% nella prima ora di contrattazione. Ma poi la valuta è tornata ad affondare fino a cedere l’1,4% al minimo record di 28,1 dollari. Inoltre il rendimento del bond centenario è schizzato al record del 9%.

Secondo gli analisti, la mancanza di una strategia chiara da parte della banca centrale e dello stesso ministro delle finanze ha contribuito a diffondere incertezza. Il crollo del peso, che già giovedì era affondato del 6,4% al minimo storico di 28,2 dollari, si aggiunge alle preoccupazioni di un Paese già fiaccato da un’inflazione a doppia cifra e un deficit massiccio. E le attese degli analisti non sono rosee.

“Le prospettive per il peso argentino restano impegnative e il cambio al vertice della banca centrale non le cambia – sostiene Erik Nelson di Wells Fargo, citato dall’agenzia Bloomberg – Prevediamo ancora che il peso si indebolisca gradualmente, ma la domanda per noi è quanto sarà significativa questa debolezza e se la moneta riuscita a stabilizzarsi o a recuperare”.

Da aprile il peso ha perso il 27%. Dall’inizio dell’anno la Banca centrale argentina ha speso 12 miliardi di dollari in riserve estere per cercare di sostenere la valuta nazionale. Il Paese ha anche raggiunto un accordo con il Fondo monetario internazionale da su tre anni, cui manca ora solo il via libera formale del board del Fondo, che esaminerà la richiesta il prossimo 20 giugno. Qualche giorno fa Caputo ha annunciato di voler usare la prima tranche da 7,5 miliardi del prestito Fmi per stabilizzare il peso.

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