Fedecàmaras, in 4 anni hanno lasciato il Paese 44 multinazionali

Carlos Larrazabal, presidente di Fedecàmaras
Stando al presidente dell’organismo imprenditoriale, è assai probabile che quest’anno altre mille industrie chiudano definitivamente. Nel 1998, spiega Larrazàbal, ne esistevano 12mila. Ne sono rimaste appena 4mila

CARACAS – Una debacle economica. Mentre il resto dei Paesi dell’America Latina stimola gli investimenti stranieri; in Venezuela il governo del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, non fa nulla per evitare che le multinazionali abbandonino il paese, lasciando alla proprie spalle il vuoto. Quindi, disoccupazione e carenza di prodotti.

Negli ultimi 4 anno avrebbero lasciato il Paese ben 44 multinazionali. Lo afferma il presidente di Fedecámaras, la Confindustria venezuelana, Carlos Larrazábal.

– L’imprenditore locale – ha detto Larrazábal – fa del suo meglio. Continua a lavorare senza sosta per rifornire il mercato.

Stando al presidente dell’organismo imprenditoriale, è assai probabile che quest’anno altre mille industrie chiudano definitivamente. Nel 1998, spiega Larrazàbal, ne esistevano 12mila.

– Oggi – precisa – ce ne sono si e no circa 4mila, forse anche meno.

Riferendosi, poi, all’imprenditorialità in generale sostiene che nel 1998 esistevano oltre 480mila aziende. Oggi ne sono rimaste appena 290mila. Rappresenta una perdita terribile per l’economia del Paese il cui Prodotto Interno Lordo, dal 2012 ad oggi, si è contratto del 56 per cento. E’ il risultato, sottolinea Larrazàbal, delle politiche economiche del governo e dei provvedimenti ai danni dell’iniziativa privata.

Una realtà produttiva drammatica

Per Fedecàmaras, la situazione produttiva del Paese è drammatica in ogni settore. E non pare che esista la volontà di attaccare le vere cause della crisi. Il Governo, d’altronde, avrebbe aumentato la spesa pubblica del 5mila 800 per cento e il circolante, almeno quello virtuale, del 4mila 800 per cento. 

– Insomma – commenta Larrazàbal -, si insiste nel non voler riconoscere la causa dell’iperinflazione. Si attribuisce alla speculazione e alla guerra economica. Gli investitori vorrebbero venire in Venezuela ma non lo fanno per mancanza di fiducia nei confronti di un governo ossessionato a perseguitare l’imprenditorialità

Il noto economista Francisco Faraco coincide con le opinioni espresse dal leader industriale. E sostiene che il Governo non vuole riconoscere le proporzioni della crisi.

– La sua unica preoccupazione – afferma – è mantenersi ben saldo al potere. Le industrie hanno bisogno di materie prime importate e la contrazione della produzione petrolifera complica il panorama.

Intanto, l’Assemblea Nazionale Costituente, la cui responsabilità dovrebbe essere circoscritta alla redazione di una nuova Costituzione, ha reso noto che presenterà in breve una proposta per lo sviluppo economico.

Keyla de la Rosa ha commentato che l’Anc, per il momento, è impegnata nella razionalizzazione delle proposte pervenute da organismi imprenditoriali.

– Faremo suggerimenti – ha detto senza fermarsi nei dettagli – anche nell’ambito finanziario. 

Circolano voci, negli ambienti vicini alla banca pubblica, dell’esistenza della proposta di creazione di un organismo centralizzatore della banca pubblica. Si tratterebbe di una specie di salvadanaio comune controllato da un organismo rettore. Quando di vero ci sia è difficile dirlo.

Keyla de La Rosa ha assicurato che è intenzione dell’Anc di contribuire alla costruzione di una economia realmente produttiva. 

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