Ex-agente della Cia accusato di maxifurto dati per Wikileaks

In una foto d'archivio Assange mostra i documenti trafugati.
In una foto d'archivio Assange mostra i documenti trafugati. (ANSA/AP Photo/Kirsty Wigglesworth, File)

WASHINGTON. – Un nuovo potenziale ‘caso Snowden’ scuote gli Stati Uniti: un ex dipendente della Cia, Joshua Adam Schulte, è stato accusato di aver violato le leggi sullo spionaggio nell’ambito di un maxi hackeraggio di strumenti informatici considerato una delle più significative fughe di informazioni relative all’agenzia di intelligence americana. L’elemento che rende poi il caso ancor più pressante è che Schulte è sospettato di aver passato a Wikileaks le informazioni top secret trafugate.

L’accusa non menziona mai esplicitamente il sito fondato da Julian Assange, ma l’incriminazione formulata a carico di Schulte include l’accusa di aver trasmesso il materiale sensibile ad una organizzazione non meglio identificata. Lo scorso anno però Wikileaks diffuse tali informazioni online – rivelando così gli strumenti utilizzati per operazioni di sorveglianza utilizzate per spionaggio estero, attraverso smartphone e Tv di ultima generazione – in una ‘operazione’ denominata ‘Vault 7’.

Un vero e proprio arsenale cibernetico quindi, che rivelò come la Cia potesse controllare ‘dall’interno’ i telefoni cellulari e trasformare le smart tv in strumenti di sorveglianza. Il Washington Post sottolinea che Schulte, 29 anni, è rimasto a lungo nel radar degli inquirenti responsabili per l’inchiesta sul maxi hackeraggio, ma soltanto nelle scorse settimane sono state formalizzate le accuse maturate in collegamento alla fuga di notizie della Cia.

Nell’agosto del 2017 era scattato l’arresto per l’ex dipendente dell’agenzia per possesso di materiale pedopornografico: oltre 10mila immagini e video trovati nei suoi computer di casa, protetti da password con tre livelli di sicurezza, dissero le autorità. Adesso Schulte rischia fino a 135 anni di prigione.

Quando tutte le prove saranno chiare “difficilmente” il suo cliente “sarà il cattivo che il governo vuole dipingere”, ha affermato il legale del giovane, Sabrina Shroff, mentre il ‘caso’ assume connotati che portano i media Usa al paragone con Edward Snowden, la ‘talpa’ della Nsa che con il ‘Datagate’ ha scosso fino alle sue fondamenta l’intelligence Usa.

Così si ripercorre la ‘biografia’ del 29enne Schulte sottolineando analogie e differenze: stando alle informazioni raccolte dal Washington Post, ha lavorato alla Cia nell’ambito di una divisione preposta allo sviluppo di strumenti ingegneristici, compreso il cosiddetto ‘cyber-arsenale’. Lasciò però il mondo dell’intelligence nel 2016 optando per un impiego nel settore privato.