Ocse, gli sbarchi in Italia calati del 34% nel 2017

Migranti: attraccata a Salerno nave Medici senza Frontiere
Migranti: attraccata a Salerno nave Medici senza Frontiere

PARIGI. – Il picco della crisi dei rifugiati è ormai alle spalle, mentre aumenta il numero di emigrati italiani in giro per il mondo. In occasione della presentazione dell’International Migration Outlook 2018, l’Ocse risponde con la razionalità dei numeri a chi teme un’invasione generalizzata di migranti.

Per la prima volta dal 2011 – annuncia l’Organismo per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi – i flussi verso i 35 Paesi aderenti, tra cui l’Italia, registrano un lieve calo, con l’ingresso di circa 5 milioni di migranti permanenti nel 2017 contro 5,6 milioni nel 2016.

Questa tendenza, si prosegue nel documento, si spiega “essenzialmente attraverso la riduzione dell’accoglienza dei rifugiati, legata a un forte calo delle richieste d’asilo, circa 1,2 milioni nel 2017 contro 1,6 milioni nel 2016”. Anche se in Italia le domande sono cresciute lo scorso anno del 4%, facendo del nostro Paese, che è il terzo in classifica dopo Usa e Germania.

Più in particolare, l’Ocse rivela che nel 2017 sono sbarcati sulle coste del nostro Paese circa 119.000 migranti, “il 34% in meno rispetto al 2016 e 22% in meno rispetto al 2015”. Un risultato seguito agli “accordi Italia-Libia, firmati a inizio 2017, che hanno limitato i flussi migratori in provenienza dall’Africa”.

Nelle quasi 500 pagine del dettagliatissimo rapporto viene poi sottolineato che il recente arrivo dei rifugiati nell’Ue avrà “conseguenze limitate” sui lavoratori, con un “aumento che non supererà lo 0,4% di qui al dicembre 2020”. Presentando ai cronisti il Migration Outlook, il segretario generale dell’Ocse, Miguel Gurria, ha riconosciuto che l’Italia ha accolto “centinaia di migliaia” di persone “senza aver ricevuto dai vicini dell’Unione europea gli appoggi necessari corrispondenti allo sforzo che stava effettuando a nome di tutti”.

Quindi l’appello a “un miglior coordinamento tra i Paesi di accoglienza, in particolare, nella Ue”. “Il caso dell’Aquarius, che definisco un incidente – ha puntualizzato Gurria – ha evidenziato l’assenza di politiche” comuni quanto mai necessarie. Quindi l’auspicio che il documento pubblicato oggi, forte di un’ampio spettro di dati, tabelle e numeri che “descrivono la realtà”, possa servire “da base” all’attuale dibattito sui migranti. Oggi, su questi temi, c’è “un serio problema di comunicazione”, ha deplorato Gurria.

Quanto agli emigrati italiani – si legge nel documento – sono aumentati “di oltre l’11%, passando da 102.000 nel 2015 a 114.000 nel 2016”. Numeri, secondo l’Ocse, di fatto molto inferiori a quelli reali. Tenendo conto di quella non dichiarata, l’emigrazione italiana nel 2016 si eleverebbe piuttosto intorno alle “125.000-300.000 persone”.

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