Mondiali: caos Argentina, Sampaoli rischia la panchina

Il ct dell'Argentina, Sampaoli, alquanto pen
Il ct dell'Argentina, Sampaoli.

ROMA. – Tutti contro tutti in Argentina dopo la sconfitta choc contro la Croazia che potrebbe costare una storica eliminazione all’Albiceleste, vicecampione del mondo appena quattro anni fa. Anche se oggi in soccorso alla Seleccion è arrivato il 2-0 della Nigeria sull’Islanda che offre adesso a Messi & Co. una chance per gli ottavi, insperata fino all’altra sera.

Ma anche così, l’Argentina potrebbe battere il poco gratificante record della Spagna che ha cacciato il ct Julen Lopetegui a tre giorni dal debutto: le ultime voci parlano di un clamoroso esonero di Jorge Sampaoli quando manca ancora la decisiva partita contro gli africani martedì 26: basterà vincere, anche se tutto non sarà più come prima.

La rivoluzione sarebbe pronta e sulla panchina albiceleste, scrivono i giornali argentini, potrebbe sedere uno tra Jorge Burruchaga, attuale manager della Seleccion, e Sebastian Beccacece, anche lui nello staff della nazionale. A chiederlo sarebbero stati gli stessi giocatori, stufi dell’anarchia che si respira nello spogliatoio. Un ‘crea e disfa’, quello di Sampaoli che ha infastidito e sbigottito un po’ tutti: prova ne è la titolarità ieri, nel match cruciale per la qualificazione, di Enzo Perez, fino a pochi giorni fa in vacanza e richiamato all’ultimo dopo l’infortunio di Lanzini.

Nelle ultime 13 partite, Sampaoli ha schierato 13 formazioni differenti. Strano anche il caso di Higuain e Dybala, fino all’autunno fuori dai pensieri del ct salvo poi inserirli nella lista dei 23 e buttati in campo ormai ieri a frittata fatta, a scapito dei vari Icardi, Martinez, Pastore, Lamela o Paredes, che avrebbero fatto più comodo, anche se col senno del poi.

E che sia ormai una polveriera lo spogliatoio albiceleste lo dimostra anche il fatto che a Bronnitsy, sede del ritiro argentino, subito dopo il pesante ko non ci sarebbe stato alcun confronto tra tecnico e giocatori. Basti poi pensare alla tagliente risposta di Aguero a un giornalista che gli riportava le parole del ct, secondo cui i giocatori non si erano adattati al suo progetto tattico: “Dica ciò che vuole”, le parole del ‘Kun’ sostituito a metà ripresa da Higuain subito dopo il gol croato: “Provo tristezza,rabbia. Però ci resta una possibilità”.

E già perché il match contro la Nigeria sarà ‘dentro o fuori’, ma dopo la debacle di Nizhnji Novgorad già così è un mezzo miracolo. Mascherano, tra i peggiori nelle due partite fin qui disputate, ci crede, anche se in Patria è già cominciata la caccia al colpevole. Che già adesso ha nomi e cognomi. Oltre allo spaesato ct e allo sprovveduto Caballero, sul banco degli imputati c’è ovviamente lui, Messi, il migliore giocatore del mondo che però in 180′ ha fatto di tutto per smentire la propria fama.

Assecondato da totem dal calcio argentino come Carlos Bianchi, Mario Kempes (“Bisogna fare tabula rasa, non prendiamoci in giro, il problema è strutturale”), Osvaldo Ardiles (“Sampaoli è impresentabile”) e Diego Simeone. L’ex tecnico del Boca, oggi commentatore, ha definito il 5 volte Pallone d’Oro “molto appagato, come non mai. Non so cosa gli sia successo”, mentre il ‘Cholo’ è andato giù ancora più duro.

In un audio via whatsApp col suo vice German Burgos e finito in rete, il ‘cholo’ ne ha per tutti: “Quello che sta succedendo in questi momenti è figlio di quello che è successo negli ultimi 4 anni: anarchia e nessuna leadership. Vedo una squadra persa”, dice prima di entrare in tackle su Messi: “E’ un ottimo giocatore, però lo è perchè è affiancato (al Barca, ndr) da calciatori straordinari. Se devi scegliere tra Messi e Ronaldo per una squadra normale, chi sceglieresti?”.

Durissimo l’atto di accusa di Hector Enrique, campione del mondo 1986 e assistente di Maradona ct nel Mondiale sudafricano del 2010: “chi c…è Messi per non correre?”. Non ha dubbi invece il suo compagno di squadra al Barcellona, Ivan Rakitic: “Leo rimane il n.1”.

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