Ultima trattativa Conte, o strappo con Macron-Merkel

Il premier Giuseppe Conte al tavolo del G7
Il premier Giuseppe Conte al tavolo del G7

ROMA. – Un nuovo caso Aquarius, ingigantito dalla questione delle Ong che si occupano dei flussi dei migranti, fa da apripista al mini-summit di domenica a Bruxelles. Sarà, per il premier Giuseppe Conte, il teatro dell’ultima possibile trattativa con l’asse franco-tedesco prima del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. E sarà un teatro incandescente, con Conte pronto a gettare sul tavolo tutte le possibili carte “diplomatiche” per vincere il braccio di ferro con Parigi e Berlino sul punto dei ricollocamenti in Italia dagli altri Paesi membri Ue.

Nel triangolo con Emmanuel Macron e Angela Merkel è soprattutto alla seconda che Conte guarda come possibile sponda. A Palazzo Chigi hanno ben presente le difficoltà politiche della cancelliera e sanno che, a Bruxelles, Merkel avrà la necessità di guadagnare punti rispetto al suo avversario della Csu Horst Seehofer. Conte si presenterà al mini-summit con uno schema della proposta italiana sull’immigrazione. P

roposta nella quale l’Italia si impegna ad essere in prima linea nell’istituzione di centri di protezione in Nordafrica e nei Paesi di origine e nel rafforzamento delle frontiere esterne europee. Con sullo sfondo il tema della Libia, alla quale l’Italia giallo-verde torna a guardare con estrema attenzione, valutando l’ipotesi di un ulteriore sforzo per la stabilizzazione del Paese.

Non è un caso che proprio la settimana prossima il ministro dell’Interno Matteo Salvini sarà a Tripoli mentre c’è stata una telefonata tra Conte e il premier libico Fayez Al Sarraj. Al centro del colloquio non solo la prosecuzione del “rapporto privilegiato” tra i due Paesi ma anche una serie di dossier “di interesse comune”, come quello dell’immigrazione. Dossier, quest’ultimo, che, con un placet libico ai centri di protezione in loco, potrebbe incassare una svolta notevole.

Ma l’accelerazione italiana sul tema libico nasconde anche la volontà di “riguadagnare” terreno nel Paese nordafricano rispetto alla Francia. E, proprio con Macron, che si propone come punto di riferimento anti-populista in Europa, il rischio del muro contro muro è altissimo. Anche per questo nel governo non si esclude che, se il mini-summit sembrerà incanalarsi su un binario morto, Conte sventolerà alcune “carte” poco amichevoli: dall’evocazione della riduzione del contributo finanziario italiano all’Ue alla minaccia del veto al Consiglio europeo del 28 giugno fino ad un atteggiamento più muscolare contro le sanzioni nei riguardi di Mosca.

Con un’appendice: Matteo Salvini. E’ lui il leader maggiormente temuto da una parte delle forze europee e, non a caso, nell’incontro con Macron a Parigi Conte ha vestito i panni del “garante” di un governo che, con lui al comando, resterà comunque europeista. Ma se l’Italia incasserà una serie di “niet” al tavolo di domenica, l’asso nella manica che potrebbe agitare Conte potrebbe essere proprio quello di un maggiore allineamento alla linea durissima – e, nei toni, vicina ai Paesi di Visegrad – di Salvini. “E’ lui l’uomo a cui guardare in Italia, quello che per molti è da tenere d’occhio”, scrive, non a caso, l’Economist.

(di Michele Esposito/ANSA)