Il “branco” di Pamplona in libertà, sdegno in Spagna

Una donna partecipante alla protesta con un cartello con la scritta "Abuso, no es violacion"
Migliaia di donne in piazza contro autori dello stupro di gruppo. EPA/David Aguilar

MADRID. – “Ci hanno dichiarato la guerra!”, “Basta giustizia patriarcale!”, gridano collera e rivolta le migliaia di donne in piazza questa sera a Madrid per denunciare la decisione dei giudici della Navarra di rimettere in libertà provvisoria i 5 giovani andalusi accusati dello stupro di gruppo, alle Sanfermines di Pamplona nel 2016, di una ragazza di 18 anni.

La Spagna ribolle. Tutti i partiti politici hanno criticato la decisione de tre giudici uomini, gli stessi che in aprile avevano deciso di condannare a 9 anni i 5 giovani non per “stupro”, ma per “abuso sessuale”, in assenza a loro parere di violenza patente. Provocando già allora la discesa in piazza di decine di migliaia di donne infuriate in tutto il Paese. I tre magistrati hanno deciso di rimettere in libertà fino al giudizio in appello i 5 giovani che su Whatshap si erano proclamati la ‘Manada’, il ‘Branco’.

A Pamplona due anni fa avevano avvicinato una giovane madrilena venuta per la grande festa delle Sanfermines, l’avevano accompagnata verso la sua auto per qualche centinaia di metri, poi l’avevano spinta in un androne e le avevano imposto rapporti sessuali. Avevano ripreso alcune scene, le avevano mandate agli amici a Siviglia, le avevano rubato il cellulare ed erano andati via tranquilli. La ragazza era stata trovata in strada piangente, in posizione fetale, sotto shock. Alla polizia aveva denunciato di essere stata stuprata e raccontato di non avere avuto il coraggio di reagire, paralizzata da quanto stava accadendole.

Dopo la molto discussa sentenza di primo grado, la decisione dei tre giudici di rimettere in libertà il ‘Branco’ “dimostra che il Diritto non funziona” in Spagna, ha protestato il leader di Podemos Pablo Iglesias. In poche ore una petizione contro la liberazione dei 5 giovani su Change.Org ha ricevuto 600mila firme. Manifestazioni di protesta sono convocate in tutto il paese.

La decisione dei giudici suona quasi come una sfida al nuovo premier socialista Pedro Sanchez, che ha formato un ‘governo femminista’ con più donne che uomini e promesso che l’uguaglianza sarà la sua priorità. “I fatti provati sono gravissimi – ha detto la portavoce del governo Isabel Celaà mentre i giovani uscivano dal carcere – il governo deve recepire l’allarme e la preoccupazione della società”.

(di Francesco Cerri/ANSA)

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