Conte sfida Macron sulla Libia: “La leadership è italiana”

Palazzo dell'Eliseo, Emmanuel Macron incontra Giuseppe Conte.
Palazzo dell'Eliseo, Emmanuel Macron incontra Giuseppe Conte.

ROMA. – Nella tempesta sui migranti che, da giorni, vede Giuseppe Conte e Emmanuel Macron su sponde opposte c’è un’altra sfida, sottotraccia, che si inerpica sul filo diretto Parigi-Roma: è quella per la Libia. O meglio, per gestire in prima linea e il dossier della stabilizzazione del Paese nordafricano, tornato mai come ora di attualità. I sintomi degli attriti sono diversi, a partire dalla freddezza con cui l’Italia accoglie l’iniziativa francese di creare una forza militare composta da 9 Paesi Ue per intervenire nelle aree di crisi prossime all’Europa.

A Lussemburgo, i rappresentanti dei nove Paesi coinvolti nell’iniziativa (oltre alla Francia sono Gran Bretagna, Germania, Spagna, Portogallo, Belgio, Danimarca, Olanda e Estonia) hanno formalizzato la dichiarazione di intenti che potrebbe concretizzare l’iniziativa.

L’Italia, con il governo Gentiloni, aveva partecipato alle riunioni preliminari. Ma con l’arrivo di M5S-Lega l’approccio è cambiato: “per il momento non ci sono molti elementi, preferiamo aspettare per valutare bene l’iniziativa, prima di aderirvi”, è stata la spiegazione fornita dal governo. “L’Italia non pervenuta, con il governo Salvini occupato a giocare a battaglia navale. Conte ci sei?”, è il commento che il deputato Pd Filippo Sensi dedica all’ipotesi che l’Italia si sfili dall’iniziativa.

La scelta del governo nasconde i dubbi italiani su un’iniziativa che potrebbe rilanciare ulteriormente la presenza francese in Libia. E l’esecutivo, sull’onda del dossier migranti, accelera nei rapporti con il premier libico Fayez Serraj, incontrato dal vicepremier Matteo Salvini. Prima della pausa di agosto in Libia andrà il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Probabile che, nel breve periodo, ci si rechi anche il vicepremier Luigi Di Maio.

Mentre al vertice dei 16 Paesi Ue, Giuseppe Conte ha posto sul tavolo il dossier libico, ottenendo il via libera per il rifinanziamento del Trust Fund Africa (in cambio l’Italia non porrà il veto per il simile Trust diretto alla Turchia) e reso noto che, presto, incontrerà Serraj. Sulla Libia la leadership è nostra, anche per l’interesse geostrategico che, per la vicina Italia, il Paese nordafricano riveste, è il concetto che fonti del governo ribadiscono in queste ore.

Con un obiettivo: fare leva sui rapporti con Serraj per allontanare la leadership francese, il cui supporto – si sottolinea – è il benvenuto. Diverso il discorso per il Sahel e per i Paesi dove potrebbero essere istituiti, nello schema italiano, i Centri di protezione per i migranti: lì, storicamente, è la Francia ad essere in prima linea e l’Italia è disponibile a fornire tutto il supporto necessario.

(di Michele Esposito/ANSA)