Harley-Davidson sposta parte della produzione fuori dagli Usa

Dazi: Catena di montaggio della Harley-Davidson
Catena di montaggio della Harley-Davidson. (ANSA)

NEW YORK. – Harley-Davidson sposta parte della sua produzione fuori dagli Stati Uniti per aggirare i dazi dell’Unione Europea. Una soluzione che ”non è la preferita” ma che necessaria: l’Ue è infatti il secondo mercato per l’Harley, con 40.000 vendute lo scorso anno nel Vecchio Continente, ovvero il 16,5% delle sue vendite globali e i due quinti di quelle realizzate fuori dagli Usa.

Per Donald Trump l’annuncio è una doccia gelata: il presidente ha più volte lodato l’azienda, definendola nei mesi scorsi una ”vera icona americana” e ringraziandola per ”produrre in America”. Con la decisione di spostare parte della produzione, Harley diventa la prima società nel settore dell’automotive a rispondere all’escalation di una guerra commerciale globale.

Il marchio icona delle moto è divenuto vittima dello scontro fra Donald Trump e Bruxelles, che con i suoi dazi ha deciso colpire marchi popolari con sede negli stati americani repubblicani o espressione di figure di primo piano del partito del presidente.

Harley è basata a Milwaukee, nel Michigan di Paul Ryan, lo speaker della Camera a maggioranza repubblicana. Proprio Ryan non entra nel merito della questione, limitandosi a dire che la decisione di Harley è ”un’ulteriore prova dei danni causati dai dazi a senso unico”. Harley stima che i dazi Ue le costeranno 100 milioni l’anno, causando un aumento medio dei prezzi delle sue moto di 2.200 dollari.

Precisando di non voler scaricare gli aumenti sui consumatori, Harley si prepara a farsi carico per il resto del 2018 di costi aggiuntivi per 30-45 milioni di dollari. ”L’aumento dei costi, se scaricato sui concessionari e sui consumatori, avrebbe un impatto negativo sull’attività in Europa, riducendo – spiega la società – l’accesso ai prodotti Harley-Davidson e comportando conseguenze negative per la sostenibilità dei concessionari”.

Da qui la decisione di spostare parte della produzione in India, Brasile e Thailandia: ”il piano di spostamento della produzione di moto destinate all’Ue è per evitare il peso dei dazi. Aumentare la produzione internazionale non è la soluzione preferita della società, ma rappresenta l’unica opzione sostenibile per rendere le moto accessibili ai consumatori europei” aggiunge Harley. La riorganizzazione della produzione richiederà fra i nove e i 18 mesi e comporterà investimenti negli stabilimenti interessati.