Teheran contro il carovita, serrata al Grand Bazar

Iran: proteste contro il governo
Iran: proteste contro il governo

ROMA. – Riparte dallo storico mercato nel centro di Teheran la protesta contro il carovita in Iran. Inferociti dal continuo aumento dei prezzi e dalla contemporanea svalutazione del rial nei confronti del dollaro, i commercianti del Grand Bazar hanno abbassato le loro saracinesche in una sorta di sciopero spontaneo, e si sono riuniti con altri manifestanti, mentre iniziative simili sono state segnalate anche in altri centri commerciali della capitale iraniana.

In breve tempo, la polizia è intervenuta, facendo ampio uso di gas lacrimogeni e manganelli, come hanno riferito diversi testimoni, mentre proprio in quelle zone della città le linee telefoniche sono state interrotte. Non molto tempo dopo, migliaia di manifestanti si sono riversati nelle strade della capitale e una manifestazione di protesta è arrivata anche fin davanti al Parlamento, dove di nuovo le forze di sicurezza sono intervenute e hanno fatto ricorso ai lacrimogeni per disperdere la folla.

Le fonti ufficiali non hanno dato notizia dei disordini al Grand Bazar, mentre solo l’agenzia Fars ha riferito della manifestazione davanti al parlamento per chiedere ai deputati di “mettere fine all’aumento dei prezzi”. In alcune dichiarazioni pubbliche il procuratore di Teheran, Abbas Jafari Dolatabadi, ha parlato di fake news e ha dato la colpa dei disordini alle autorità degli Stati Uniti che “tentano di incoraggiare il popolo iraniano a lasciarsi andare alla disobbedienza civile”.

Tuttavia, online sono stati diffusi diversi filmati video in cui si possono vedere dei manifestanti che avvisano i loro compagni urlando “ci attaccano con i gas lacrimogeni”. Altri video mostrano una carica della polizia contro i manifestanti. E ancora, nel bazar alcuni manifestanti che si sono spinti fino ad aggredire i negozianti che non volevano chiudere i loro negozi, apostrofati come “codardi”.

E poi la folla che urla slogan, come “Lasciamo la Siria, pensate a noi”, o frasi del genere contro le attività militari anche in Yemen o Palestina. Alla fine dello scorso anno simili manifestazioni si sono verificate in decine di città del Paese, con un bilancio di almeno 25 persone uccise e di quasi 5.000 altre arrestate. Allora Teheran venne però in gran parte risparmiata dal fenomeno, al punto che secondo Bbc News online, le manifestazioni sono le più massicce nella capitale sin dal 2012.

Manifestazioni in parte innescate dall’ennesima impennata del valore del dollaro sul rial, arrivato ad un cambio di uno per oltre 90 mila, mentre alla fine del 2017, prima che il presidente americano Donald Trump uscisse dall’accordo sul nucleare, era inferiore ad uno per 43 mila. Una tendenza che è certamente destinata a peggiorare quando ad agosto tornerà a farsi sentire l’impatto delle sanzioni di nuovo introdotte dagli stati Uniti.

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