Si consolida l’asse Berlino-Parigi-Madrid. Roma sola

Lo spagnolo Pedro Sanchez con Angela Merkel a Bruxelles.
Lo spagnolo Pedro Sanchez con Angela Merkel a Bruxelles.

LUSSEMBURGO. – Il premier spagnolo Pedro Sanchez dice sì alla collaborazione con Angela Merkel per trovare soluzioni sui respingimenti di quei migranti che si spostano dal Paese di primo ingresso verso altri Stati dell’Ue e consolida l’asse Berlino-Parigi-Madrid in vista del vertice dei leader dei 28 di giovedì.

Mentre l’Italia, sempre più in rotta di collisione con la Francia, prosegue nel suo allontanamento dall’orbita degli alleati di un tempo, scoprendosi più isolata in vista dei negoziati al summit.

Se il sorriso che si allarga sul volto di Merkel e Sanchez alla conferenza stampa a fine incontro a Berlino racconta della rinnovata intesa tra i due, l’ennesimo duello tra il vicepremier Matteo Salvini e il presidente Emmanuel Macron narra una storia all’opposto, malgrado l’incontro ‘segreto’ di Roma tra Conte e il capo dell’Eliseo.

Al tavolo del consiglio Affari generali, a Lussemburgo, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha spinto sul piano in dieci punti illustrato dal premier al minisummit di domenica, dove la questione dei movimenti secondari è strettamente subordinata alla “regolazione” degli ingressi nell’Unione.

Ma ora toccherà al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk – anch’egli in visita a Frau Merkel a Berlino, a conclusione del suo tour nelle principali capitali – decidere come orientare la discussione dei leader. L’ultima versione della bozza di conclusioni del vertice sul dossier migrazioni è stata licenziata dai ministri a Lussemburgo senza reali cambiamenti, ma è tornata da Tusk accompagnata da osservazioni in cui sostanzialmente i Paesi ribadiscono posizioni consolidate, e in alcuni punti decisamente lontane dal piano presentato da Roma, sulla dimensione interna.

Germania e Olanda, pur pronti a mostrare solidarietà verso l’Italia, insistono sull’urgenza di trovare soluzioni sui movimenti secondari. La Francia vuole i centri di sbarco chiusi, per i migranti soccorsi in mare nell’Unione europea, vale a dire in Italia (trattandosi della rotta del Mediterraneo centrale).

I quattro Paesi di Visegrad, e con loro Austria e Danimarca, sebbene puntino su centri di sbarco nei Paesi terzi alzano le barricate di fronte a qualsiasi ipotesi di meccanismi di ridistribuzione dei richiedenti asilo tra Paesi Ue. In altri termini, il risiko per Conte, a corto di alleati, giovedì al tavolo dei 28, si annuncia assai complicato.

E nella ricerca di amici – la porta di Merkel è aperta – potrebbe dover cedere sui movimenti secondari alla ‘Mutti’ d’Europa, che sul dossier si gioca una partita interna delicatissima con il suo ministro-rivale Horst Seehofer, falco della Csu.

(dell’inviata Patrizia Antonini/ANSA)