Mondiali: Argentina trema e passa, ora trova la Francia

Lionel Messi apre le marcature per l'Argentina contro la Nigeria.
Lionel Messi apre le marcature per l'Argentina contro la Nigeria. EPA/TOLGA BOZOGLU

SAN PIETROBURGO. – Al gol di Messi a inizio partita Diego Armando Maradona dalla tribuna dello Stadio di San Pietroburgo ha ringraziato gli dei del calcio. Ma a quello della liberazione, il 2-1 di Rojo a 4′ dalla fine del tremendo match con la Nigeria, El Pibe ha esultato con meno poesia. Le due dita medie rivolte a chissà chi riassumono la rabbia di una nazionale, e forse di un popolo intero di appassionati, che anche stasera ha visto la sua squadra soffrire all’inverosimile.

Alla fine la vittoria dell’Argentina sui nigeriani vale gli ottavi, dove un’Albiceleste lenta, senza ideee nè personalità troverà la Francia, domenica prossima. La storia del Mondiale è intessuta di ribaltamenti di pronostici, di grandi squadre che arrancano e poi prendono il volo per non fermarsi più. Ma a dispetto del gran gol di Messi e di un primo tempo all’altezza, e soprattutto del risultato finale, nel complesso la nazionale di Sampaoli resta la grande malata di questo Mondiale.

Sua ‘Maestà’ Messi, che finirà la partita con un’ammonizione per perdita di tempo e il premio di ‘man of the match’, entra nel Mondiale dopo 14′ di partita. Un gran lancio di Banega da 40 metri, lo stop e il tocco lieve di sinistro in area per aggiustarsi il pallone, e il suo destro vale l’1-0 e il riscatto da un inizio di torneo per lui devastante. Anche Maradona, in tribuna, alza le braccia al cielo e ringrazia Dio.

Il vantaggio dell’Argentina è frutto di due colpi di genio – il lancio e la realizzazione – ma tutto sommato appare anche segno di una serata diversa. Sampaoli è stato costretto – dalle necessità o dai giocatori in rivolta, chissà – alla rivoluzione. Cinque i cambi. Con Higuain dentro, oltre a Di Maria, il 10 è più libero di muoversi sul fronte di attacco, partendo da destra e da sinistra.

A togliergli il peso di marcature asfissianti è anche una Nigeria molto fisica ma poco squadra. Tanto che Banega, uno dei nuovi, è padrone del centrocampo. Al 27′ Messi lancia Higuain in area, Uzoho esce a tempo sui piedi dello juventino; passano una manciata di minuti e ancora Messi sfiora il raddoppio su punizione, ma sempre il portiere gli devia il pallone sul palo. Il finale di primo tempo si chiude con un arrembaggio tutto forza fisica dei nigeriani: un avviso che all’Argentina non può bastare una rete di scarto, anche perché nell’altro match l’Islanda cerca il suo gol qualificazione.

E infatti, la ripresa si apre con il pari della Nigeria. E il 5′, Mascherano abbraccia Balogun in area e Cakir decide per il rigore: il Var è solo consultato, tra le proteste del difensore argentino, non c’è bisogno di consultare il video per mandare Moses dal dischetto per l’1-1.

A questo punto l’Argentina va in confusione totale, la Nigeria chiude tutti gli spazi e si ripropone lo spartito dei primi due match. L’Argentina deve vincere per non uscire a favore della Nigeria, e invece è la nazionale africana a sfiorare tre volte il vantaggio in ripartenza: al 260 Ndidi calcia alto, al 30′ il mani di Rojo che Cakir giudica con Var non da rigore, e al 38′ Ighalo che si fa parare da Armani tutto solo. In mezzo, un destraccio alto da Higuain, capace di sbagliare un gol mille volte realizzato.

Sembra il segno di una maledizione, cui mette rimedio un difensore. Mancano 4′ alla fine, il 2-1 fa esplodere la gioia dell’Argentina: e poco male sia arrivato dal destro di Rojo, difensore improvvisatosi centravanti. In questa Albiceleste, non sembra esserci nulla che va al suo posto.

Lascia un commento