Di Maio rilancia con dazi e web. Pace fredda con Salvini

Luigi Di Maio all'assemblea di Confartigianato
Luigi Di Maio all'assemblea di Confartigianato. (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

ROMA. – I dazi come “tabù da infrangere”. La battaglia a burocrazia, vitalizi, pensioni d’oro. L’ammorbidimento del codice appalti sul principio che l’impresa “è onesta fino a prova contraria”. La difesa delle aziende italiane in Ue. La flat tax “per aiutare i più deboli”. E “mezz’ora di Internet gratis” ai poveri. Luigi Di Maio lancia così la sua ‘controffensiva’. La battaglia in Ue sui migranti, che si è presa la scena all’esordio del governo, è “solo l’antipasto” di quella per le imprese italiane, promette alla platea di Confartigianato, che applaude ma non si scalda.

Questi temi sono “sua competenza”, concede Matteo Salvini, che sui migranti è stato protagonista. Ma pure all’assemblea degli artigiani, dove l’intervento previsto era quello di Di Maio, il leader leghista arriva e si fa notare: “Vi difenderemo con ogni mezzo”, assicura tra lunghi applausi. Nella cornice della nuvola di Fuksas i due vicepremier fanno staffetta e si fanno immortalare mentre scambiano una calorosa stretta di mano, poi Salvini va via prima che parli Di Maio.

Il capo M5s sorride quando una cronista lo chiama per sbaglio “Salvini”: “Ve lo sognate la notte… Io no, ho altri sogni”. “Non ho complessi” verso il leghista, assicura più tardi al Tg1. E il ministro dell’Interno, che ha portato la Lega su nei sondaggi fino a superare il M5s, si incarica di garantire che la vittoria del centrodestra alle amministrative “non cambia gli equilibri nell’esecutivo: con i 5 Stelle – dice – lavoriamo bene e si dovrà aspettare qualche anno prima che litighiamo”.

“Conosco tanti di voi…”, dice agli artigiani che lo applaudono forte: “Aiuteremo le piccole aziende perché le grandi hanno già avuto”. Ma si ferma qui: “‘Ofelè fa el to mester’, il pasticciere faccia il pasticciere”, dice in milanese, lasciando a Di Maio la titolarità a rispondere sulle cose contenute nel “contratto” in sette punti che il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti propone al governo.

Ma il dualismo tra i soci di governo riemerge nel discorso di Merletti, che dice sì alla flat tax (misura voluta dalla Lega) ma in sostanza no alla ricetta M5s del reddito di cittadinanza: serve – dice il presidente degli artigiani – “lavoro di cittadinanza”. Dal palco però il leader pentastellato, che a margine ribadisce l’intenzione di fare il reddito di cittadinanza “subito”, sottolinea i punti di contatto con la piattaforma di Confartigianato: “Lavoriamo insieme”. Annuncia per i prossimi giorni, forse già domani, il “decreto dignità”, in cui ci sarà una norma per cui se un’azienda delocalizza dovrà restituire “ogni forma di aiuto statale con gli interessi anche del 200%”. Andrò “a vedere – annuncia – nei porti del Nord Europa quali prodotti entrano”, per difendere il made in Italy.

Mentre Usa e Cina combattono “tra dazi e controdazi”, afferma, l’Italia non deve “isolarsi” ma non deve neanche avere paura di “affrontare in Ue” (è Bruxelles ad avere la competenza esclusiva) il tema “dei dazi per proteggerci dai Paesi che rappresentano una minaccia con i loro prodotti a basso costo”. Ma poi precisa che l’obiettivo non sono i dazi ma “proteggere le imprese” rivedendo i trattati Ue che le danneggiano (cita il Ceta con il Canada e il Mes China).

Quanto all’Italia, il leader M5s afferma che su lotta a burocrazia e povertà “si gioca il futuro del governo”. Fa ‘mea culpa’ sul tema degli appalti, sostenendo che bisogna non irrigidire le norme ma invertire l’onere della prova: “L’impresa è onesta fino a prova contraria”. E il leader M5s, che è al lavoro per riportare al centro della scena le proposte del Movimento e sopire i malumori interni, raccoglie infine sul tema anti-casta l’applauso più forte: “Taglieremo vitalizi e pensioni d’oro”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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