Occupati a 23 milioni come nel 2008, ma è boom precari

Un operaio lavorando ad una catena di montaggio.
Occupati a 23 milioni

MILANO. – Gli occupati in Italia nel 2017 erano 23 milioni, in pratica come nel 2008, ma se i numeri sono gli stessi del pre-crisi, il lavoro è cambiato, diventando meno sicuro. Secondo i dati dell’Osservatorio dei Consulenti del lavoro infatti tra il 2008 e il 2017 gli addetti con contratti a tempo indeterminato sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,2%), ma sono crollati gli autonomi, -9,1% (-535.000), i lavoratori a termine sono saliti di 438.000 unità (+19,2%) e quelli part time sono passati dai 2,5 milioni del 2008 ai 3,5 del 2017.

La crisi economica, si legge nell’indagine realizzata dai consulenti e presentata al MiCo di Milano, in apertura del Festival del lavoro, oltre ad aver ampliato il precariato, si è abbattuta principalmente sulle ‘nuove leve’ dell’occupazione: i lavoratori under45, infatti, “sono diminuiti di 2,9 milioni, a fronte di un aumento degli occupati con più di 44 anni di 2,8 milioni”, un dato in ascesa, si specifica, a causa soprattutto del “blocco del ‘turn-over’ nella Pubblica amministrazione”, nonché per “il graduale e continuo aumento dell’età pensionabile”, dovuto alle più recenti riforme previdenziali.

Ad aver, poi, conosciuto un incremento rilevante sono stati i contratti di lavoro part-time, poiché “i dipendenti con orario ridotto sono, infatti, passati dai 2,5 milioni del 2008 ai 3,5 milioni del 2017, con un incremento dell’81% tra quelli con età compresa tra i 45 e i 64 anni”.

Il motivo, sottolineano i professionisti, è da ricercare “negli interventi legislativi degli ultimi anni, che hanno incentivato il ricorso al contratto a tempo parziale e alle forme di lavoro flessibili, sia per favorire una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” del personale, sia per “accrescere la produttività e ridurre i costi delle aziende in crisi”.

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