Usa: strage nella sede del giornale Capital Gazette in Maryland

La polizia di Baltimore accorsa sul luogo della sparatoria.
La polizia di Baltimore accorsa sul luogo della sparatoria. EPA/JIM LO SCALZO

WASHINGTON. – “Terrificante”. La cronaca tweet dopo tweet è di un reporter all’interno della redazione dalla Capital Gazette, giornale locale di Annapolis in Maryland, a un’ora da Washington DC, teatro di una nuova sparatoria in cui almeno cinque persone sono rimaste uccise e diverse ferite, anche in maniera grave. Il killer, un uomo bianco, è stato fermato ed è agli arresti sotto interrogatorio. Null’altro sulle sue generalità e sul movente.

Dalle prime indicazioni, risulta che abbia utilizzato un fucile. Ma che non aveva con sé documenti d’identità. “Non c’è nulla di più terrificante che sentire più persone venire colpite mentre si è sotto la propria scrivania e poi sentire lo sparatore ricaricare”, ha riferito su Twitter il giornalista della Capital Gazette Phil Davis, cronista di nera, raccontando dettaglio dopo dettaglio la sparatoria dall’interno della redazione.

“Un uomo armato ha sparato attraverso la porta a vetri dell’ufficio e ha aperto il fuoco verso diversi dipendenti. Non posso dire molto di più e non voglio dichiarare nessun morto, ma è terribile”.

Intanto l’allarme era stato lanciato anche da uno stagista che, ancora via Twitter, aveva chiesto aiuto. E’ primo pomeriggio quando nella redazione del giornale si scatena la paura e già al primo allarme la mente corre al gennaio del 2015 e alla strage di Charlie Hebdo a Parigi.

Sebbene la Capital Gazette sia tutt’altro tipo di pubblicazione: è uno dei più antichi giornali d’America. Acquistato quattro anni fa dal Baltimore Sun, copre storicamente la zona di Annapolis, la capitale del Maryland, con una tiratura stimata nel 2013 a 30mila copie.

Il più classico dei giornali locali insomma, che si occupa di cronaca ed eventi della zona. Nessuna polemica particolare o vicenda controversa da rilevare. Di queste storie i suoi reporter ne hanno scritte tante: il primo allarme, i colpi sentiti dai testimoni, la polizia sul posto, l’evacuazione, l’autore fermato o a volte ucciso dalle forze dell’ordine. E le vittime. Si è trattato fin troppo spesso di stragi nelle scuole. Questa volta il copione si è ripetuto fra i cubicoli dei giornalisti.

L’intera area è stata evacuata, anche l’Fbi si è fiondato sul posto, ma si ignora al momento se l’obiettivo del killer fossero proprio i giornalisti. Intanto a New York, a scopo precauzionale, il New York Police Department ha inviato agenti a pattugliare le sedi di alcuni media in città.