Allarme Boeri: “Senza migranti il sistema pensioni non regge”

Un immigrato con camice bianco e mascherina lavora in un caseificio.
Gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi contributi sociali

MILANO. – Senza l’apporto degli immigrati il sistema pensioni non regge. Ed il problema, “serissimo”, non si porrà tra 10 anni ma è immediato. A lanciare l’allarme il presidente dell’Inps Tito Boeri, dal palco del Festival del Lavoro, dove poco prima aveva preso la parola proprio il ministro degli Interni Matteo Salvini, il quale dopo il monito del numero uno dell’Inps, va all’attacco in un tweet: “La riduzione dei flussi migratori’ è preoccupante perché sono gli immigrati a pagare le pensioni degli italiani…E la legge Fornero non si tocca. Ma basta!!!”.

Un’allerta, di Boeri, che arriva insieme ad un apprezzamento al governo per l’operazione vitalizi e gli intenti sugli assegni d’oro ed ad un’altro warning, quello su quota 100, definita “un grave fardello”. Con il calo dei flussi, ha spiegato Boeri, l’arrivo di migranti “comincia ad essere non più sufficiente” a controbilanciare “il calo degli autoctoni. Le previsioni ci dicono che nel giro di pochi anni perderemmo città intere e questo è un problema molto serio per il nostro sistema pensionistico. Anche se gli italiani ricominciano a fare i figli, ci vorranno almeno 20 anni prima che comincino a pagare contributi”.

“Il problema è serissimo e immediato. Avere immigrati regolari ci permette di avere flussi contributivi significativi”. Proprio Boeri nel luglio dello scorso anno citava i dati Inps in base ai quali “gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell’Inps”.

Mentre da una simulazione dell’istituto di previdenza emergeva che “la chiusura delle frontiere ai cittadini extracomunitari fino al 2040 potrebbe costare alle casse dell’Inps 38 miliardi”. E pesante, ha affermato Boeri sarebbe anche il peso di ‘quota 100’ per andare in pensione. “Avremmo un milione in più di pensionati – ha spiegato – ma meno lavoratori, e questo renderebbe ancora più pesante il fardello che grava su chi oggi lavora. Si tratta di impegni che aumentano di molto la spesa pensionistica”.

Avanti invece su vitalizi e pensioni d’oro. “Il ragionamento simbolico conta tantissimo”, ha spiegato parlando dei primi, ma “non devono esserci intenti punitivi”. Mentre sulle seconde: ridurre le “aree di privilegio è meritorio”, ma per il taglio “bisogna intervenire sopra un dato importo. Noi parlavamo da 5 mila euro in su”.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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