L’iper-inflazione trasforma le abitudini dei venezuelani

Carrello della spesa

CARACAS – Non solo il deterioramento della qualità di vita del venezuelano, ma anche una trasformazione brusca, e non in meglio, delle abitudini di ognuno di noi. L’iper-inflazione, con la violenza centrifuga che la caratterizza, ha rotto ogni argine e mandato all’aria l’economia delle famiglie, siano esse ricche o povere. E’ un fenomeno che non fa differenze di classe, razza o religione.

E così inizia l’estenuante ricerca di alimenti, medicine e prodotti per l’igiene che, quando non sono assenti dagli scaffali, sono venduti a prezzi prezzi inaccessibili. Il fenomeno provoca squilibri nell’economia delle famiglie che non sono più in condizione di amministrare le proprie finanze, di proiettare le spese, né di organizzare i propri acquisti.

In iper-inflazione i prezzi sono in continua evoluzione. E il prodotto che al mattino ha un costo, al pomeriggio ne ha un altro e il giorno seguente un’altro ancora. Un ciclo che si retroalimenta all’infinito. I prezzi, poi, possono variare anche da un supermarket all’altro, da una farmacia all’altra, nonostante appartengano ad una stessa catena di negozi. E a nulla servono le minacce del presidente della Repubblica, Nicolàs Maduro. Anzi, semmai, ottengono l’effetto contrario: alimentano nervosismo, angoscia e sfiducia.

– In iper-inflazione – ha spiegato l’economista Angel Alvarado, membro della Commissione di Finanza del Parlamento – i prezzi variano con sempre maggior velocità. Prima le famiglie aggiustavano il proprio budget mensilmente, poi quindicinalmente. Ora sono obbligate a farlo settimanalmente o, in alcuni casi, quotidianamente. Si calcola che l’inflazione subisce un incremento del 2,5 per cento al giorno.

Da ottobre del 2017 nel vortice dell’iper-inflazione

Stando ad Asdrubal Oliveros, economista di Ecoanalìtica, ad ottobre del 2017 il Paese è precipitato nel vortice dell’iper-inflazione. Per la prima volta, nella storia del Venezuela, l’inflazione superava la barriera del 50 per cento mensile. Nel maggio scorso è stata del 110,1 per cento. Stando ai calcoli realizzati dal Parlamento, in assenza di cifre ufficiali della Banca Centrale, l’inflazione accumulata si stima in quasi il 2mila per cento.

Come è ovvio, l’iper-inflazione si riflette nel carrello della spesa. Nell’ultimo dossier reso noto dal “Centro de Documentaciòn y Anàlisis” della “Federaciòn Venezolana de Maestros”, il carrello della spesa aveva superato la barriera del 300 milioni di bolìvares. Una cifra da capogiro, se si pensa che il salario minimo, dopo l’ultimo incremento decretato dal Presidente Maduro, è di poco più di 5 milioni di bolìvares. Circa 65 dollari al cambio ufficiale Dicom. Poco, troppo poco per assicurare ai venezuelani un tenore di vita, un potere d’acquisto e una qualità alimentare accettabili. Infatti, non è sufficiente neanche per comperare il 2 per cento dei prodotti del carrello della spesa per una “famiglia tipo” di 5 persone.

Stando all’economista Ronald Balza Guanipa si porrà argine all’iper-inflazione solo quando il governo deciderà di porre ordine ai conti pubblici, ridurre il deficit e applicare severi provvedimenti economici orientati a frenare la contrazione del Pil e a incoraggiare la produzione interna.

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