Cala la disoccupazione, più posti e più giovani al lavoro

Un metelmeccanico in una fabbrica di Bologna. Occupazione
In una foto di archivio un metelmeccanico in una fabbrica di Bologna. ARCHIVIO ANSA/GIORGIO BENVENUTI/I52/BEF

ROMA. – L’Istat vede il mercato del lavoro in “netto miglioramento” con la disoccupazione che si ferma al 10,7%, il valore più basso da metà 2012. E il calo è ancora più deciso per quella giovanile, seppure il tasso dei senza lavoro under25, pari al 31,9%, resti tra i più alti in Ue: fanno peggio solo la Spagna e la Grecia.

Non solo si riducono le schiere di quanti sono alla ricerca di un posto, ma sale anche il numero di chi può vantare un lavoro. A maggio la crescita quasi raddoppia, con 144 mila occupati in più che portano il livello complessivo ad aggiornare il massimo storico. Stavolta aumentano anche i tempi indeterminati ma l’avanzata dei contratti a termine non si ferma.

Ormai gli occupati a tempo sfondano la soglia dei 3 milioni, come non accadeva dall’inizio delle serie statistiche. “Oggi abbiamo segnato un record di precariato dello Stato italiano”, dice il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, invitando a non celebrare record a meno che non rappresentino un impiego “stabile e dignitoso”.

Ma cosa sta succedendo al mercato italiano? Dopo la debolezza mostrata a fine 2017 l’occupazione ha pian piano recuperato e ora l’accelerazione è palese con 23 milioni e 382 mila persone che si dichiarano a lavoro. Certo a fare da traino sono stati i dipendenti a termine, mentre gli indeterminati hanno ingranato solo dopo, rimediando soprattutto in questo mese (in aumento di 70 mila contro i 62 mila a tempo).

Ma su base annua, dove si conta quasi mezzo milione di persone in più a lavoro (+457mila), il merito va a chi nel contratto ha una scadenza. Una costante si ritrova invece nei dati spacchettati per fasce d’età: a vincere sono sempre gli over 50 e maggio lo conferma, facendo registrare per questa classe quasi centomila occupati in più.

Chiaro effetto dell’aumento dell’età pensionabile. L’allungamento delle carriere potrebbe avere spinto anche il tasso delle donne a lavoro, che ha raggiunto il 49,7%, altro record dall’avvio delle serie (1977). La cifra resta però bassa. Anche per i giovani non sembra andare male.

Per capire se una spinta sia arrivata dagli incentivi previsti nell’ultima manovra però è ancora presto. Anche perché i dati risultano contrastanti. Ad esempio tra gli under25 scendono sì i disoccupati ma aumentano anche gli inattivi. Inoltre non conforta il raffronto con il resto dell’Eurozona, dove il tasso dei senza lavoro è sensibilmente inferiore (stabile all’8,4%) e per i ragazzi è quasi la metà di quello italiano.

“Andateglielo a dire alle famiglie italiane che l’occupazione è aumentata, vedete come vi rispondono”, incalza Di Maio. Le opposizioni danno un’altra lettura. “Se oggi i dati Istat dicono che la disoccupazione è ai minimi da anni, non è per l’azione di questo Governo”, sottolinea l’ex segretario dem, Matteo Renzi. Mentre Fi con Mara Carfagna chiede di non penalizzare i contratti a termine. In chiaroscuro la posizione dei sindacati, sia la Cisl che la Uil riconoscono la crescita dell’occupazione ma fanno notare come per gran parte sia a tempo.

(di Marianna Berti/ANSA)

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