Doping: Froome assolto su caso salbutamolo, parteciperà al Tour

Christopher Froome in azione durante il Tour 2016
Team Sky di Christopher Froome in azione durante la 18esima tappa del Tour 2016. EPA/GUILLAUME HORCAJUELO

ROMA. – L’incubo è finito. Chris Froome può tirare un lungo sospiro di sollievo e puntare senza ombre al 105/o Tour de France, visto che l’Agenzia mondiale antidoping lo ha assolto dalle accuse di doping che gli erano state mosse alla Vuelta. Il 7 settembre 2017, durante la corsa spagnola, poi vinta su Nibali, nelle urine di Froome sottoposto a test antidoping fu rilevato un anomalo tasso di salbutamolo: il corridore Sky riferì di avere usato uno spray contro l’asma e che dunque era tutto in regola.

Nello sport la sostanza viene utilizzata soprattutto sottosforzo, a patto che si resti nei limiti consentiti. La Wada ha fissato la soglia di utilizzo, che prevede un’inalazione di 1.600 microgrammi per millilitro sulle 24 ore e non più di 800 nelle 12 ore; la concentrazione di Salbutamolo nelle urine non deve superare i 1.000 nanogrammi per millimetro, mentre in quelle di Froome si sarebbe arrivati a 2000.

Froome si è sempre difeso. “Non ho mai dubitato che questo caso poteva essere archiviato per il semplice motivo che sapevo di non aver fatto qualcosa di male”, il commento di Froome. Che, per la Wada, non ha violato le norme antidoping: gli è stato riconosciuto che, “sulla base delle perizie scientifiche e del contraddittorio, non deve essere sanzionato”.

Durante il procedimento dinanzi al tribunale antidoping dell’Uci, il valore anomalo di 2000 ng/ml, dopo le correzioni scientifiche legate alla disidratazione, è stato modificato in 1.190 nanogrammi per ml., cioè il 19% più del limite di 1000 ng/ml, non il doppio. E’ stata fatta confusione e l’assoluzione di Froome può essere considerata una sconfitta per la Wada. Le norme sul consumo di salbutamolo adesso dovranno essere rivalutate o addirittura riscritte, perché fra i meandri regolamentari restano grosse zone d’ombra. Lo stesso giudice tedesco Ulrich Haas, presidente del Tribunale dell’Uci, potrà contribuire a rivedere il codice.

La sentenza odierna permette a Froome di partecipare al Tour che sabato scatterà dalla Vandea. Gli organizzatori ieri avevano fatto sapere che il ‘keniano bianco’ non era corridore gradito, ma ora dovranno rivedere la loro posizione. Domani è in programma l’udienza davanti alla Camera arbitrale dello sport francese, il cui esito sembrerebbe scontato.

“Soffro di asma fin dall’infanzia e sapevo esattamente quali fossero le regole sul mio farmaco per l’asma – ha dichiarato Froome -. La vicenda sarebbe dovuta rimanere privata, invece è venuta fuori e questo mi dispiace. Adesso, però, posso finalmente concentrarmi sul Tour senza alcuna riserva”.

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