Renzi prende tempo e avverte il Pd: “No a capri espiatori”

Matteo Renzi in piazza Santa Croce con la bici a mano incontra alcuni iscritti al Pd.
Matteo Renzi in piazza Santa Croce. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

ROMA. – Congresso subito, congresso prima delle Europee, congresso dopo le Europee: i dem, a cinque giorni dall’Assemblea e dopo la candidatura alle primarie di Nicola Zingaretti, sono ancora una volta divisi sulle strade da percorrere per ridare slancio al Pd dopo le ultime sconfitte alle elezioni politiche e comunali. Matteo Renzi continua a prendere tempo ma, in vista di una partita decisiva, avverte di non voler essere usato ccome “alibi” dai ‘nemici’ interni: sarebbe una lettura – scrive nella sua e-news tornando a parlare dopo qualche tempo del partito – che suonerebbe come una “barzelletta”.

Nessuno mette in dubbio la possibilità di eleggere Maurizio Martina segretario Pd sabato prossimo (eventualità che però non si consumerebbe nel caso si decidesse di andare a un congresso immediatamente) ma diverse sono le posizioni sulle scelte da compiere nei prossimi dodici mesi: c’è chi come il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha proposto una via intermedia immaginando di affidare a Martina il ruolo di traghettatore fino a un congresso che si aprirebbe a quel punto a gennaio per chiudersi poi a marzo.

Un timing che al momento non sarebbe condiviso da Martina, secondo quanto riferisce chi ha avuto modo di parlarci: difficile – sarebbe infatti il ragionamento – portare a termine il lavoro “rifondativo” che si prefigge di fare se si definisce subito la scadenza del mandato; sarebbe un esercizio pericoloso perché darebbe il via inesorabilmente – sarebbe la tesi – alla campagna elettorale.

Intanto, proprio Martina punta a ripartire dai territori e in particolare laddove il Pd ha registrato un cattivo risultato alle elezioni: il prossimo mercoledì inaugurerà infatti un nuovo circolo Pd a Secondigliano. Ancora nessuna scelta invece da Matteo Renzi, che assicura però come sia “necessario fare chiarezza” e promette che presto dirà la sua.

Intanto i renziani, senza di lui, si vedranno mercoledì a Montecitorio alle 18: l’incontro è stato organizzato da Lorenzo Guerini e Luca Lotti e a partecipare saranno i dirigenti dell’area di maggioranza, a partire dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio. L’obiettivo è quello di darsi una linea comune e anche sottolineare come qualsiasi scelta si voglia prendere debba comunque passare dai gruppi parlamentari e dalla direzione del partito dove i renziani si dicono convinti di avere ancora i numeri.

Fatto sta che gli stessi renziani sono però ancora alla ricerca di una posizione unitaria e dunque anche di un eventuale candidato alle primarie: molti i nomi che continuano a girare, da Bellanova a Giachetti, da Richetti, Bonaccini a Serracchiani e Delrio, che starebbe continuando però a resistere al pressing. Lo scenario da evitare, è il ragionamento di un big come Dario Franceschini, è che all’Assemblea di sabato il partito si divida e proprio per evitare questo rischio l’ex ministro starebbe lavorando in questi giorni pronto a far pesare il proprio pacchetto di voti.

(di Chiara Scalise/ANSA)