Fecondazione assistita: Italia a luci e ombre, troppe differenze fra le Regioni

Il pancione di una donna abbracciato dal marito
Tecniche fecondazione assistita non ancora gratis ovunque

ROMA. – Troppe differenze tra le Regioni, con modalità che possono variare di area in area. L’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (pma) in Italia, nonostante la legge che regolarizza il settore sia del 2004, è ancora a macchia di leopardo con ‘luci ed ombre’ e forti gap regionali.

A tracciare il quadro, nel quarantennale dalla nascita della prima bambina in provetta, Louise Brown, è la responsabile del Centro Infertilità e Pma del Policlinico universitario S.Orsola di Bologna, Eleonora Porcu.

“In Italia il numero di cicli di trattamenti per la pma non è inferiore alle necessità e soddisfa la domanda delle coppie: sono infatti circa 75mila le coppie trattate ogni anno – spiega Porcu – ed i bambini che nascono annualmente grazie alle tecniche di fecondazione assistita sono circa 12mila”.

Una situazione differente è però quella relativa alla fecondazione assistita eterologa, ovvero con gameti esterni alla coppia: “Solo nel 2014 – chiarisce l’esperta – la Corte Costituzionale ha sancito la legalità della fecondazione eterologa, ma con norme precise: l’accesso alla tecnica è infatti solo per i soggetti affetti da sterilità assoluta e irreversibile, ed i donatori dei gameti non devono essere retribuiti in alcuna forma. In molti Paesi europei, invece, è previsto un rimborso spese per i donatori e questo ne ha fatto aumentare il numero”.

Insomma, in Italia l’eterologa è ‘limitata’ da paletti precisi ed è illegale, rispetto ad altre nazioni, la donazione di embrioni congelati. Un primo problema, rileva Porcu, è quindi “la non disponibilità di ovociti per l’eterologa. Ma c’è anche un ulteriore, grave problema rappresentato proprio dal gap tra le regioni: è previsto ad esempio che i trattamenti di pma siano inseriti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e siano dunque gratuiti, o con compartecipazione da parte dei cittadini. Questa norma, però, non è ancora operativa su tutto il territorio e ciò crea ingiuste differenze tra i cittadini”.

Una situazione a macchia di leopardo in cui, afferma, “ogni Regione agisce in modo autonomo”. Da qui le priorità indicate dalla specialista: “La prima urgenza è rendere operativo l’inserimento della pma nei Lea in tutte le Regioni. Altra necessità è aumentare la disponibilità di ovociti. Ma se l’apertura al rimborso spese per i donatori anche nel nostro Paese mi pare un passo al momento difficile da realizzare, è invece importante – conclude Porcu – fare un appello alla generosità degli italiani, per incrementare le donazioni nazionali”.