Mattarella: “Campi richiedenti asilo in Africa e più Nato”

Riga 03/07/2018 Il Presidente Sergio Mattarella con la Signora Laura alla Biblioteca Nazionale durante la cerimonia di donazione di un libro
Riga 03/07/2018 Il Presidente Sergio Mattarella con la Signora Laura alla Biblioteca Nazionale durante la cerimonia di donazione di un libro. (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

RIGA (LETTONIA). – “La sicurezza di ogni Stato è la sicurezza di tutti gli Stati”. Parla di Nato e Unione europea, Sergio Mattarella. Ma lancia un messaggio da declinare per ognuna delle “sfide” che affrontano oggi l’Italia e l’Europa: dai migranti, alla sicurezza, fino al mercato comune e l’unione bancaria.

Bisogna “recuperare il senso di una sorte comune”, dice nel colloquio con il presidente lettone Raimonds Vejonis a Riga. Il nodo migranti “o lo affrontiamo insieme o travolgerà tutti”: servono “solidarietà” europea e una strategia di lungo periodo che – ribadisce – deve partire dall’Africa, anche con aiuti allo sviluppo e campi per richiedenti asilo attraverso cui stroncare i trafficanti e far passare canali di arrivo controllati.

Il presidente della Repubblica inizia da Riga la sua visita di Stato alle Repubbliche baltiche, la prima all’estero dopo l’insediamento in Italia del governo Conte. Qui ai confini nord-orientali dell’Europa, è la Russia lo spettro persistente. Dopo l’annessione della Crimea, nel 2016, la Nato ha deciso una presenza in Lettonia cui l’Italia partecipa con un contingente di 160 militari e la partecipazione a pattugliamenti aerei.

Una missione cui a suo tempo si erano detti contrari sia Matteo Salvini che Beppe Grillo, oggi azionisti del governo. Ma, con al fianco il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, il capo dello Stato conferma al presidente lettone che “l’impegno” prosegue. Perché “la sicurezza di un Paese è sicurezza comune”. E, con parole che allontanano ogni timore che l’asse italiano si sposti verso Mosca, aggiunge che il vertice Nato dell’11 luglio servirà a “rinsaldare e rinvigorire il rapporto transatlantico”.

Ma sia al presidente Vejonis che al premier lettone Maris Kucinskis Mattarella ricorda che la sicurezza va garantita alle frontiere orientali, come nel Mediterraneo. Così come il tema migranti riguarda il Nord quanto il Sud. Bisogna rassicurare i cittadini con politiche strutturali o il problema rischia di “travolgere tutti” perché è “epocale” per dimensioni: l’Africa avrà a metà secolo 2,5 miliardi di abitanti contro i 750 milioni europei.

“Nell’ultimo anno abbiamo avuto l’85% di sbarchi in meno”, spiega al premier lettone, e questo permette di guardare al fenomeno con razionalità consapevoli che vada governato. Nel giorno in cui l’Austria torna a minacciare di chiudere il Brennero, il presidente rimarca – con un messaggio che arriva in Italia – che solo unita l’Europa è “più forte” e che deve perciò rafforzare l’integrazione, non dividersi.

L’ultimo Consiglio Ue si è chiuso con risultati “incoraggianti” perché ha affermato il principio che il tema migranti è europeo, si dice convinto Mattarella, con giudizio che suona tutto sommato positivo per il premier Conte. Le soluzioni strutturali, ripete da tempo il presidente, passano da un’accoglienza condivisa dei Paesi Ue e arrivi controllati di richiedenti asilo, che passi magari attraverso centri in Africa e corridoi umanitari.

In Lettonia si parla anche di autonomia energetica e del progetto North Stream che preoccupa i baltici. Ma, in una capitale tradizionalmente ‘rigorista’, il presidente torna anche sui temi economici: “Non possiamo lasciare l’unione economica a metà del guado, bisogna andare avanti e completarla”, afferma.

E’ sbagliato, spiega, lo stereotipo che divide i rigoristi dal partito della spesa, perché è interesse della stessa Italia tenere i conti in ordine. Ma insieme servono misure espansive come la possibilità di scomputare gli investimenti produttivi dal patto di stabilità. Una ipotesi, quest’ultima, su cui anche i rigoristi lettoni si mostrano sensibili.

(dell’inviata Serenella Mattera/ANSA)