Wikipedia Italia “al buio”, protesta contro copyright Ue

Fogli con il logo di Wikipedia
Wikipedia Italia 'al buio'

ROMA. – Si riaccende il dibattito sulla direttiva europea che riguarda il copyright e che verrà votata il 5 luglio dal Parlamento Ue. La protesta più clamorosa arriva da Wikipedia Italia che oscura la pagina fino a giovedì per sensibilizzare gli utenti su un provvedimento che “limiterà significativamente la libertà di Internet”.

Il sostegno ai volontari dell’enciclopedia online arriva dal sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi, mentre già la scorsa settimana il vicepremier, Luigi Di Maio, ha giudicato la riforma un “bavaglio alla rete”. Ma l’Europarlamento puntualizza che Wikipedia e le altre enciclopedie online sono “automaticamente escluse” dal provvedimento.

“Vogliamo poter continuare – si legge sul ‘volantino’ che appare su tutte le pagine del sito – a offrire un’enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere”.

Il fondatore dell’enciclopedia Jimmy Wales giudica la direttiva “disastrosa” e la versione in lingua inglese mostra un banner per sensibilizzare gli utenti. La protesta si concentra sull’articolo 11 del provvedimento, la cosiddetta ‘link tax’, e sull’articolo 13 che prevede filtri automatici per l’approvazione di ciò che gli utenti pubblicano in Rete.

Wikipedia e le enciclopedie online sono “automaticamente escluse” dai requisiti imposti dalle nuove regole Ue sul copyright in via di discussione, fa sapere l’Europarlamento, mentre una portavoce della Commissione Ue sottolinea che, anche con l’utilizzo di contenuti di parti terze come foto, “Wikipedia e altre enciclopedie online non ricadrebbero nell’ambito della proposta della Commissione”.

Il presidente dell’associazione degli editori europei (Enpa), Carlo Perrone, parla di una “inaccettabile campagna fuorviante condotta per influenzare gli europarlamentari”. Ma, spiega all’ANSA Maurizio Codogno, portavoce di Wikimedia Italia, l’associazione nazionale che sostiene l’enciclopedia, “Wikipedia non si è mobilitata solo per salvare sé stessa, ma per difendere la Rete libera” e “preservare il web come spazio aperto anche per le realtà con meno visibilità. La mia sensazione è che la protesta duri fino a giovedì, oltre non avrebbe senso”, aggiunge, ricordando il precedente oscuramento deciso nell’ottobre 2011, contro il ddl intercettazioni.

“Siamo schierati da allora, per questo abbiamo trovato più facile fare da apripista e osare – sottolinea Codogno – Abbiamo sempre avuto una forte tendenza a difendere i diritti non solo nostri. Abbiamo apprezzato il sostegno del governo, speriamo che gli eurodeputati pentastellati siano in linea con Di Maio”.

“Pieno sostegno alla comunità italiana di Wikipedia”, arriva da Crimi ma anche da Federico Mollicone di Fratelli d’Italia. E un gruppo di politici e rappresentanti della società civile (tra cui Fabrizio Barca, ex ministro del governo Monti, e Massimo Banzi, inventore del software Arduino) firmano un appello ai Parlamentari Ue affinché ribaltino il voto in scia di “centinaia di persone che, in tutta Europa, hanno inviato più di 200.000 messaggi di protesta”.

“La tenaglia Di Maio-Crimi da una parte uccide il lavoro e dall’altro giustifica la pirateria su internet basata sul furto della fatica altrui”, dice invece Giorgio Mulè di Forza Italia.

(di Titti Santamato/ANSA)