Ocse: “Bene Italia sui precari, ma preservare Jobs Act”

Usa: Ragazzi camminano davanti ad un tabellone con la scritta "Jobs"
Ragazzi camminano davanti ad un tabellone con la scritta "Jobs"

PARIGI. – Giusto combattere il precariato, ma attenzione a non disperdere i frutti del Jobs Act, una riforma costata un “immenso” sforzo e che ha contribuito a creare “un milione di posti di lavoro”: è il messaggio lanciato all’Italia dal segretario generale dell’Ocse, Miguel Angel Gurria, invitando M5S e Lega a “preservare” i progressi fatti nella precedente legislatura.

“Ogni nuovo governo -ha dichiarato Gurria, rispondendo a una domanda sul Ddl Dignità durante la presentazione dell’Employment Outlook 2018 a Parigi – ha la tentazione di dire che tutto ciò che era stato fatto dai predecessori va cambiato. E’ la reazione, direi quasi genetica, di ogni nuovo esecutivo”. E però – ha avvertito – ci sono “certe riforme attive che sono già in servizio e che hanno richiesto un’enorme volontà politica per condurle in porto. Direi che il Jobs Act è tra queste”.

Quindi l’invito a “preservare” gli sforzi fatti e l’impianto generale della riforma targata Matteo Renzi. Le riforme sul mercato del lavoro “funzionano”, ha poi martellato, insistendo sulla necessità di “combattere il precariato” come chiesto a gran voce dal vicepremier Luigi Di Maio ma diffidando al tempo stesso di sistemi “eccessivamente” rigidi come quello italiano prima della riforma del 2015. Secondo l’Employment Outlook 2018, la situazione del mercato del lavoro in Italia è “migliorata negli ultimi anni ma più lentamente che in altri Paesi.

L’occupazione in percentuale della popolazione tra i 15 e i 74 anni è cresciuta di 2,3 punti dal livello più basso nel 2013; al 50,9%, è quasi tornata al livello pre-crisi (51%). Le proiezioni Ocse suggeriscono che la tendenza positiva continuerà nei prossimi due anni”. E tuttavia, anche se il tasso di disoccupazione è sceso all’11,2% ad aprile, rimane il “terzo più alto” dei Paesi Ocse e “4,6 punti sopra il livello del 2008”. A questo si somma il calo “dei salari reali dell’1,1% tra il quarto trimestre 2016 e il quarto trimestre 2017, rispetto a una media Ocse del +0,6% nello stesso periodo”.

I salari italiani diminuiscono “perché si si creano posti di lavoro a bassa produttività e quindi a basso salario. Per questo l’investimento da parte delle imprese è fondamentale”: ha spiegato il capo della Direzione Ocse per il Lavoro, Stefano Scarpetta. Intervistato dall’ANSA, l’esperto ha evidenziato l’importanza degli investimenti produttivi, “dalle nuove tecnologie ai macchinari, che possono portare aumenti dei salari per i lavoratori”.

Quanto ai grandi orientamenti del Ddl ‘Dignità’, Scarpetta si è detto favorevole all’ipotesi di riconsiderare la durata massima del numero di rinnovi dei contratti a tempo determinato. Più scettico, invece, rispetto ad un aumento della tassazione. Una misura – ha ricordato – già “introdotta nel 2013 dall’allora ministra, Elsa Fornero, proprio per disincentivare i contratti di durata determinata e cercare di incentivare quelli determinati: in realtà non ha sortito il risultato atteso, non sono sicuro che aumentare ulteriormente il costo del lavoro anche per i contratti a termine sia la soluzione migliore”.

Quanto all’indennità massima di 36 mesi in caso di licenziamento abusivo, l’esperto mette in guardia dal rischio di “reintrodurre elementi che possano ulteriormente scoraggiare la creazione di posti di lavoro stabili. I 24 mesi attuali – ha osservato – già posizionano l’Italia tra i Paesi generosi”. Infine, l’impietosa fotografia di un Paese in cui meno di “un lavoratore su dieci” riceve il sussidio di disoccupazione contro una media Ocse di “uno su tre”. “Una questione a mio avviso fondamentale, già inclusa nel Jobs Act, su cui si deve fare molto di più”, ha concluso.

(di Paolo Levi/ANSA)

Lascia un commento