Scontro tra Berlusconi e Di Maio sul decreto dignità. FI sfida la Lega

Luigi Di maio seduto in poltrona e sullo sfondo una immagine di Silvio Berlusconi.
Luigi Di Maio durante la trasmissione Porta a Porta di Rai 1. (Foto archivio). ANSA / LUIGI MISTRULLI

ROMA. – Silvio Berlusconi demolisce il decreto dignità che in una lettera a “Il Corriere della Sera” definisce “un male per le imprese, i lavoratori e l’ occupazione”, degno della “peggiore sinistra dirigista”. E le sue parole vengono accolte da un freddo ‘no comment’ della Lega tutta concentrata nella delicata vicenda dei fondi elettorali e in attesa dell’incontro  tra Matteo Salvini e Sergio Mattarella.

Mentre scatenano la reazione del capo politico M5s Luigi Di Maio. “Berlusconi è preoccupato per il decreto. Forse – contrattacca il ministro del Lavoro – è perché abbiamo tutelato gli interessi delle fasce più deboli e non quelli delle lobby del gioco d’azzardo tanto care alle sue TV”. “Se ne faccia una ragione, noi – ammonisce Di Maio – continueremo a lavorare nell’esclusivo interesse delle famiglie!”.

Ma l’uscita del Cav è il segnale di svolta nella strategia del partito per quanto riguarda il modo di affrontare gli equilibri interni nel centrodestra. Forte dei numerosi rilievi che tante associazioni di imprenditori stanno muovendo al provvedimento, FI punta a smascherare la condotta “progressista” della Lega anche nei dossier economici, accusando Salvini di essere troppo debole nei confronti dei 5S.

E tenta di mettere alle strette il ministro dell’Interno anche per quanto riguarda temi a lui cari come la riforma della legittima difesa dei quali i leghisti, si osserva in FI, “dopo averci fatto sopra la campagna elettorale, ormai non parlano più”.

Si annuncia infatti una nuova stagione di opposizione “tambureggiante in Parlamento” in modo di recuperare consensi, rispetto alla Lega, tra gli elettori moderati che hanno premiato la coalizione il 4 marzo e ora non vedono di buon occhio le misure troppo “di sinistra” del governo.

L’obiettivo – spiega un dirigente azzurro – è ricreare uno spazio fortemente identitario per distanziarsi dai temi “clou” dei 5s come il reddito di cittadinanza, sul quale la Lega sta abbassando la voce pur di tenere in piedi la maggioranza. Mostrando le differenza tra FI e M5S, si vuole costringere la Lega a uscire allo scoperto e scegliere tra le due opzioni. Puntando il dito contro la fragilità dell’esecutivo Conte.

In questa chiave, il dibattito parlamentare sul decreto dignità e l’iniziativa di FI di chiedere subito l’esame del ddl sulla legittima difesa alla Camera (“richiesta per ora rifiutata dal presidente della commissione Giustizia del M5S”), saranno un primo e importante banco di prova.

Il portavoce azzurro, Giorgio Mulè, chiede “un segnale chiaro” al governo e alla Lega una “marcia indietro a cominciare dalla reintroduzione dei voucher in agricoltura e nel turismo”. Mentre Osvaldo Napoli (FI) avverte che proprio sul dl dignità ci sarà “la prima verifica di quanto ancora coesa e coerente sia la maggioranza di centrodestra uscita vincitrice dalle urne”. Verifica che continuerà sul reddito di cittadinanza vero cavallo di battaglia del M5S. La capogruppo FI alla Camera, Mariastella Gelmini, avverte: “Non si possono usare i fondi europei per finanziarlo”.

(di Marcello Campo/ANSA)

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