Migranti, padre Zanotelli: “Stanchi di sentir dire prima gli italiani”

padre Alex Zanotelli a piazza San Pietro
Padre Alex Zanotelli a piazza San Pietro

CITTA’ DEL VATICANO. – “Siamo stanchi di sentire ‘prima gli italiani’, c’è spazio per tutti. Oggi cominciamo un digiuno perché non possiamo accettare le politiche migratorie che il governo sta portando avanti e che comportano perdite di vite umane”. A parlare è padre Alex Zanotelli a piazza San Pietro dove è cominciata l’iniziativa di protesta per le politiche di “chiusura ai migranti”.

“Siamo qui – dice il Comboniano parlando davanti al colonnato del Bernini – per esprimere la nostra totale solidarietà a Papa Francesco per le sue posizioni sui migranti”. Il gruppo, che da San Pietro si sposterà a Montecitorio e che per dieci giorni attuerà un digiuno a staffetta, è composta da realtà differenti.

Accanto a Zanotelli c’è il vignettista Vauro. “Qualsiasi voce si alzi contro il degrado e l’imbarbarimento che la nostra società sta vivendo è un bene”, commenta l’attivista noto per le sue posizioni non proprio vicine alla Chiesa. Tra i promotori dell’iniziativa c’è mons. Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta. Presenti ora in Vaticano anche suore Comboniane, padri Sacramentini, monache dell’ordine di Santa Giovanna Antida, alcune Comunità di base, un gruppo di scout.

Arriva da Assisi anche la solidarietà del Sacro Convento che ha mandato la lampada che accompagnerà questa marcia da San Pietro ai palazzi del potere romano. “La luce di San Francesco illumini lo sguardo dell’uomo e faccia scoprire l’altro come fratello”, dice padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento dei francescani di Assisi, in un messaggio inviato alla marcia cattolica.

Ma a partecipare all’iniziativa non c’è solo gente legata al mondo della Chiesa, e in particolar modo a quello dei missionari. In Vaticano erano presenti anche rappresentanti della Cgil e delle associazioni per la pace. “Se i cattolici sono cosi attivi sull’aborto – argomenta padre Zanotelli – altrettanto devono esserlo su questo tema dell’accoglienza ai migranti perché stiamo perdendo vite umane”.

Sulla Conferenza Episcopale Italiana commenta: “Mi aspetto che abbia la capacità di reagire e dire quello che veramente pensa senza paura”. Per il missionario la società italiana “certamente è diventata più razzista” ma “il razzismo era già cominciato quando ci sentivamo la civiltà, la cultura, la religione. Tutto andava bene finché facevamo le adozioni a distanza. Ora che sono ‘a vicinanza’ nessuno le vuole più”.

Il digiuno – precisa il missionario – è stato scelto come arma di “resistenza non violenta” e sarà “biblico, non solo rinunciare al cibo ma soprattutto spezzare il pane con gli altri”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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