Altri 200 miliardi di dazi Usa alla Cina, le borse in rosso

Container pronti per l'esportazione
Colpiti 6000 prodotti da settembre.

WASHINGTON. – Donald Trump spara il secondo colpo della guerra commerciale con la Cina mentre è al vertice Nato, quasi a voler lanciare un messaggio anche agli europei che non intende cedere su questo fronte. La sua amministrazione ha messo a punto una lista di merci cinesi per un valore di 200 miliardi di dollari da tassare al 10%. “Totalmente inaccettabile, un altro atto di bullismo commerciale”, ha replicato Pechino, annunciando contromisure.

I nuovi dazi dovrebbero entrare in vigore a settembre, dopo una serie di audizioni pubbliche a fine agosto, ma hanno già affondato le borse asiatiche e fatto andare in rosso anche quelle europee (Milano ha ceduto l’1,58%) e Wall Street. Nel mirino oltre 6.000 voci, tra cui prodotti alimentari (ittici in particolare), minerari, chimici, elettronici (condizionatori e tv comprese), tessili, arredamento, borse e tabacco.

Il primo colpo di quella che Pechino aveva definito “la più grande guerra commerciale della storia economica” era stato esploso meno di una settimana fa, quando gli Stati Uniti hanno introdotto dazi al 25% sull’import di 818 beni cinesi ad alto contenuto tecnologico per prevenire il furto di tecnologia americana ed iniziare a riequilibrare un deficit di 375 miliardi di dollari.

Tra i settori colpiti quelli automobilistico, aerospaziale, dei macchinari industriali, della tecnologia informatica e della robotica, con misure del valore di 34 miliardi di dollari, prima tranche di un’azione da 50 miliardi. Pechino aveva reagito subito, con contromisure di pari valore sui beni americani: soia, carne, whiskey, altri alcolici e auto, tutti settori scelti per danneggiare l’elettorato di Trump in vista delle elezioni di midterm a novembre.

Ma il tycoon aveva già minacciato ulteriori dazi per 500 miliardi di dollari in caso di ritorsioni cinesi. E adesso ha annunciato i primi 200. Sdegnata la reazione di Pechino, secondo cui gli Usa “stanno colpendo la Cina, il mondo intero e se stessi” con un atto “irrazionale” che va contro il desiderio della gente.

“La Cina è traumatizzata da ciò che gli Usa hanno fatto”, ha affermato il ministero del Commercio, annunciando ritorsioni e lanciando un appello alla comunità internazionale “per la difesa comune delle regole del libero mercato e del commercio multilaterale contro il bullismo commerciale”.

Ma questa volta Pechino non può rispondere con dazi su un pari valore di merci Usa perché l’import di prodotti americani è di 130 miliardi di dollari. Secondo media e analisti, tuttavia, la Cina potrebbe usare altre leve: svalutare lo yuan per aumentare la competitività, rafforzare le ispezioni doganali e ostacolare fusioni e acquisizioni che coinvolgano aziende Usa, oppure vendere parte dei 1.000 miliardi di titoli del debito pubblico americano, causando l’aumento del costo del denaro in Usa ma infliggendosi anche perdite per la diminuzione di valore dei bond.

L’escalation della guerra dei dazi è comunque garantita.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)