Peruviano ucciso in strada dall’ex della sua compagna

Un'auto pattuglia dei Carabinieri. Testa
Un'auto pattuglia dei Carabinieri (ANSA)

CREMONA. – Non aveva accettato che la sua ex moglie, con la quale aveva avuto una figlia, si fosse rifatta una vita dopo la loro separazione e aveva continuato cercarla. Era riuscito a strapparle l’appuntamento per un incontro chiarificatore, in strada. Ma non c’è stato tempo per le parole. E’ sceso dalla sua auto con una pistola in mano e appena ha visto il ‘rivale’ gli ha sparato. Un primo colpo da lontano e altri due da vicino.

E’ stata un’esecuzione in piena regola quella andata in scena verso le 15,30 a Pandino, nel Cremonese, in via Fontana, nel posteggio a pochi metri dal bar ‘Il giardino di Wang’. La vittima è José Martin Barrionuevo Diaz, 44 anni, peruviano domiciliato a Cologno Monzese (Milano), stramazzato a terra senza vita sotto gli occhi della compagna, rimasta illesa ma coperta del sangue del compagno.

Due ore più tardi i carabinieri hanno fermato a Settala (Milano), il presunto killer. E’ un italiano di 48 anni, di Agnadello (Cremona), Saverino Debiasi. Dopo aver fatto fuoco, aveva imboccato la Paullese in direzione di Milano al volante della sua Ford monovolume. E le telecamere lungo la ex statale avevano inquadrato l’auto mentre si lasciava alle spalle Spino d’Adda. Con ogni probabilità, intendeva raggiungere il capoluogo lombardo, ma i militari del nucleo radiomobile di Crema (Cremona) l’hanno fermato prima che ne raggiungesse la periferia.

Sul movente passionale sembrano esserci pochi dubbi, anche se in serata, dal comando della Compagnia di Crema è trapelato ben poco. I dettagli della cattura saranno illustrati in una conferenza stampa convocata per domani mattina.

“Gli spari, le urla, sembrava il Far west: quando mi sono affacciata al balcone ho visto lui a terra, vicino c’era la donna. Chi aveva sparato è salito su un’auto scura ed è scappato”: così una donna che vive in una palazzina che si affaccia su via Fontana ha raccontato quei momenti drammatici. Diaz è stato soccorso immediatamente da un’anziana che abita a una ventina di metri da dove si è consumato l’omicidio.

Non ha visto la scena, ma è corsa fuori appena dopo aver sentito i tre colpi “che sembravano dei petardi”. Non ci ha pensato due volte: mentre aspettavano i soccorsi, ha tentato di rianimare l’uomo praticandogli il massaggio cardiaco. L’ha fatto per diversi minuti: “ma anche se non sono medico mi sono subito accorta che non c’era niente da fare purtroppo”, ha spiegato.

La compagna della vittima continuava a urlare, ripeteva sotto choc: “Chi me lo ridà adesso, chi me lo ridà adesso! Perché non ha sparato a me, perché? Sapeva che eravamo felici quello è un mostro”. Poi il pensiero è andato alla figlia: “Mia figlia, mia figlia! – ha urlato di nuovo, rivolgendosi ai carabinieri – dovete salvarla”.

E’ stato il maresciallo Gerardo Giordano, comandante della locale stazione, a calmarla e rassicurarla, spiegandole che la ragazza era stata messa al sicuro in caserma. Il cadavere, coperto da un lenzuolo bianco, è stato vegliato dalla compagna sino a quando, da Cremona, è giunta Lisa Saccaro, il sostituto procuratore titolare dell’indagine, che viene svolta con il coordinamento del maggiore Giancarlo Carraro, comandante della Compagnia dei carabinieri.

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