Intercomites Madrid, scuola e lingua italiana al centro del dibattito

Sono stati resi noti i posti vacanti per ogni sede e le precisazioni del Ministero su quelli disponibili di Madrid e Londra

MADRID – In un clima di franca collaborazione, si è svolta nei giorni scorsi la riunione dell’Intercomites di Spagna. Tre i temi principali trattati nel corso dell’assise.

– Innanzitutto – ha spiegato il presidente del Comites-Madrid Pietro Mariani interpellato dalla “Voce” – la problematica creatasi a Barcellona per la mancanza di aule nella scuola italiana. Si tratta di un problema di carattere strutturale. Vi è un deficit di aule che non permette di venire incontro al desiderio di quei genitori italiani che vogliono iscrivere i propri figli. Si è pensato di ascoltare il ministero. Forse si riesce a trovare una sede più grande. In lista di attesa per frequentare la scuola italiana vi sono tanti bambini. Mi pare giusto accontentare le richieste dei loro genitori.

D’altro canto, il presidente del Comites ha affermato che nel caso della Scuola italiana di Madrid, il problema che si presenta è un altro: quello dei docenti. Come a Barcellona anche a Madrid, vi è la preoccupazione di soddisfare le esigenze dei connazionali che desiderano che i propri figli frequentino la scuola italiana. E vi è anche l’impegno a mantenere un livello d’insegnamento alto.

– Madrid – ha spiegato Mariani – ha una struttura per ospitare oltre mille alunni. Oggi ne ha 700. Aule non mancano. Il problema è l’assunzione dei professori.

Ambedue le scuole, quella di Barcellona e quella di Madrid, sottolinea Mariani, hanno una grossa domanda, soprattutto nella fascia d’età che va dai tre anni ai 10 anni. Poi, i giovani preferiscono frequentare la scuola locale e seguire il percorso scolastico spagnolo. E’ questa anche una scelta economica.

– Altro punto importante affrontato nel corso dell’Intercomites – prosegue -, è la pubblicazione di un vademecum. Insomma, di un foglio che spieghi in maniera articolata e semplice, ai sempre più numerosi connazionali che giungono in Spagna, quali sono i passi a seguire per ottenere la residenza nel  Paese, l’importanza di essere iscritti nell’Aire e così via. Abbiamo parlato anche della creazione di un programma radio che andrebbe in onda il fine settimana. Il Comites di Barcellona ha manifestato interesse e si è detto disposto a partecipare se il programma andasse in onda in spagnolo. Il nostro progetto era di realizzarlo in italiano. Abbiamo comunque accettato il suggerimento.

La scuola trilingue

Per ultimo, l’Intercomites ha affrontato l’argomento delle scuole trilingue. Mariani ha ricordato che all’inizio dell’anno 2000, lo Stato spagnolo si riunì con le ambasciate più importanti d’Europa per presentare loro un nuovo programma. E cioè, l’inserimento nelle scuole di una terza lingua, oltre alla lingua madre e all’inglese o al francese.

– Lo Stato spagnolo – ha illustrato Mariani – delega l’istruzione alle regioni. Il progetto  presentato allora coinvolgeva la “Comunidad de Madrid”, la “Comunidad de Andalucía” e quella delle Canarie. L’Italia, in quel momento, non volle partecipare. Non lo fece perché lo Stato Spagnolo disse: “noi vi diamo le strutture ma i professori li mettete voi”. In Spagna – prosegue il presidente del Comites di Madrid – non esistono enti gestori. Ne è nato uno due mesi fa. Stiamo cercando, ed io mi sto impegnando in prima persona, di farne nascere altri. La strada sarebbe quella. L’ente gestore si collega con la scuola pubblica locale, paga i professori e in Italia può veicolare un finanziamento. Così lo Stato italiano non interverrebbe direttamente.

L’Ambasciatore d’Italia, Stefano Sannino, molto sensibile a tutto ciò che riguarda la cultura e la diffusione della lingua, si sarebbe offerto a stimolare l’interesse delle aziende italiane presenti in Spagna affinché investano nella cultura.

– L’ambasciata – ha riferito Mariani al nostro Giornale – si è impegnata ad organizzare un incontro con tutti i direttori e presidenti delle grandi aziende che operano in Spagna. L’invito è a consorziarsi, a creare un fondo in modo tale da promuovere l’italiano come terza lingua nelle scuole spagnole in quelle comunità in cui non esiste già una scuola italiana.

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