Decreto dignità: corsa contro il tempo, battaglia alla Camera

La Camera dei deputati in una foto d'archivio
La Camera dei deputati in una foto d'archivio.

ROMA. – La battaglia sul decreto dignità si sposta in Parlamento. Il Movimento 5 Stelle ha fretta di portare a casa il provvedimento. L’iter alla Camera sarà dunque spedito, ha assicurato la presidente della Commissione Finanze, Carla Ruocco, anche a costo di lavorare nel fine settimana.

Il Pd chiede tempi adeguati per l’esame. La capogruppo del partito in commissione Lavoro, Debora Serracchiani, si appella al presidente della Camera Roberto Fico, e lamenta tempi troppo stretti per le audizioni e per la presentazione degli emendamenti. ”Si vuole mortificare l’opposizione”, dice.

La maggioranza vuole procedere velocemente. A partire immediatamente saranno le audizioni e il primo ad essere presumibilmente messo sotto torchio dai parlamentari della Finanze e della Commissione Lavoro, unite nell’esame, sarà il presidente dell’Inps, Tito Boeri. Ad essere ascoltato sarà anche Luigi Di Maio, padre del decreto, mentre al momento non è previsto un intervento di Giovanni Tria. Il ministro dell’Economia è stato tirato in ballo nell’ultimo turbolento fine settimana dai Cinquestelle, ma poi anche ufficialmente scagionato dallo stesso vicepremier in una nuova ritrovata sintonia.

Le Commissioni cercheranno probabilmente di fare chiarezza sui numeri della relazione tecnica, che attribuisce alle norme anti-precari un effetto negativo sui contratti. Ma da chiarire sarà anche a chi appartenga la ‘manina’ che quei numeri li avrebbe inseriti nottetempo all’insaputa del ministro del Lavoro. Le accuse sono tutte rivolte proprio a Boeri, che non è però sembrato finora disposto ad arretrare di un solo millimetro. Domani potrebbe essere dunque la giornata decisiva nel confronto tra la maggioranza gialloverde e il presidente, ancora in carica fino a febbraio del prossimo anno.

Il relatore del provvedimento, Maurizio Tripiedi (M5s), sostiene che non c’è nesso tra durata dei contratti e l’impatto negativo sul mondo del lavoro. E aggiunge che non sempre la Ragioneria si occupa di valutare gli effetti sul mondo del lavoro con impatto decennale: ”per la cancellazione dei voucher – sostiene – non fu fatto”.

Le audizioni daranno modo e tempo ai parlamentari per mettere a punto gli emendamenti, attesi entro la serata di giovedì. Da venerdì si inizierà poi a votare le proposte di modifica in Commissione, con l’obiettivo di rispettare la data decisa per l’approdo in Aula a Montecitorio, previsto martedì 24. Tra le possibili novità, Di Maio ha insistito ancora sull’opportunità di introdurre incentivi alla stabilizzazione, in modo da rendere più conveniente per le imprese assumere a tempo indeterminato.

Considerando le difficoltà riscontrate nel trovare le coperture per le norme già presenti nel provvedimento, non va anche in questo caso sottovalutato l’eventuale costo di un intervento simile. Si potrebbe quindi partire solo da alcuni settori del Made in Italy, in attesa di un intervento più strutturale sul costo del lavoro in legge di bilancio. Sul tavolo potrebbero arrivare anche ulteriori semplificazioni fiscali, dopo le misure su redditometro e spesometro.

Anche per questo le Commissioni hanno inserito tra le audizioni quella del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Ma la grande scommessa riguarderà il ritorno dei voucher, spinto fortemente dalla Lega. Di Maio si è mostrato nelle ultime settimane convinto della fattibilità della misura, a patto che sia limitata ad alcuni settori.

Ma secondo le opposizioni il Movimento 5 Stelle sarebbe tutt’altro che compatto sulla questione. “Scopro con stupore che da più parti della maggioranza M5S si andrebbe ad escludere il tema voucher dal dl”, ha evidenziato Walter Rizzetto, capogruppo FdI in Commissione Lavoro, al termine della prima discussione sul provvedimento. “Le opposizioni hanno avviato una discussione sui voucher ma con poco seguito visto che il decreto non tocca l’argomento”, ha sottolineato da parte sua Ruocco aggiungendo che al momento non sono previste modifiche al testo.

(di Mila Onder/ANSA)