Mafia: uccisa perché disonorava famiglia, 30 anni a due boss

(ANSA) – PALERMO, 17 LUG – I boss Vincenzo Galatolo e Antonio Madonia soni stati condannati a 30 anni, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale per l’omicidio di Lia Pipitone. Imposta la libertà vigilata per 3 anni a pena espiata. Alle parti civili, marito e due figli della vittima assistiti dall’avvocato Nino Caleca, è stata riconosciuta una provvisionale di 20 mila euro ciascuno. Lia Pipitone venne uccisa il 23 settembre 1983 dopo una sparatoria seguita a una rapina, messa in scena per depistare le indagini. I collaboratori di giustizia dopo anni dal delitto hanno rivelato colpevoli e moventi e raccontato che a chiedere la “punizione” per la vittima, che aveva una relazione extraconiugale che non voleva troncare, fu proprio il padre della donna, il boss dell’Acquasanta Antonino Pipitone, che finì in carcere e poi fu assolto. L’inchiesta fu riaperta anni dopo e Pipitone nel frattempo era morto. I due mafiosi avrebbero commesso il delitto su richiesta dal padre della vittima.