Ue-Celac, il “Gruppo di Lima” pone la “questione venezuelana”

Al centro del dibattito nel Summit "Unione Europea-Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños" anche i casi di Nicaraga, Cuba e Venezuela

BRUXELLES – Nicaragua, Cuba e Venezuela. Anche loro sono stati al centro dell’attenzione e del dibattito in seno al Summit “Unione Europea – Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeño”. 

La responsabile della politica estera dell’Unione, Federica Mogherini, ha colto l’occasione per esigere al governo del presidente Daniel Ortega l’immediato fine della repressione. Questa, specialmente negli ultimi giorni, è stata particolarmente violenta. Le proteste contro il governo nicaraguense si susseguono giorno dopo giorno con il tragico bilancio di morti e feriti. C’è addirittura chi parla di vero e proprio genocidio, operato da bande armate filo-governative.

Mogherini ha informato i presenti al summit di aver inviato una lettera al ministro degli Esteri del Nicaragua, Denis Moncada. In essa si esprime preoccupazione per la realtà che si vive in Nicaragua e per la deriva autoritaria del governo.

La rappresentante dell’Ue ha chiesto all’amministrazione Ortega di non continuare con gli arresti arbitrari di manifestanti e leader politici; arresti che avvengono violando i diritti umani e i principi di libertà. Ha quindi chiesto il disarmo delle bande armate che seminano il panico tra la popolazione inerme.

I ministri degli Esteri presenti alla “Cumbre” hanno reclamato quasi all’unisono la fine dell’”Embargo” a Cuba. E reiterato la condanna all’applicazione di misure coercitive di carattere unilaterali con effetti extra-territoriali”.

Incontro Borrel-Arreaza

Non è mancato, nel corso della “Cumbre”, il riferimento al Venezuela.  Non era in agenda ma, come spiegato dal ministro degli Esteri spagnolo, Josep Borrel, la “questione venezuelana” è stata avanzata dai paesi appartenenti al “Gruppo di Lima”. Questi sono stati assai duri nelle loro critiche e nel condannare la vocazione autoritaria del presidente Maduro.

Il cancelliere spagnolo si è incontrato in privato con l’omologo venezuelano, Jorge Arreaza. A questi ha espresso preoccupazione per la situazione del Paese e reiterato la volontà di “contribuire ad una soluzione democratica, pacifica e negoziata alla crisi”. Ha quindi ricalcato il desiderio di “mantenere relazioni bilaterali che permettano di affrontare le questioni derivate dai vincoli tra i due Paesi, nonostante le differenze esistenti tra governi”. 

In un comunicato, il ministro Arreaza ha espresso la volontà di mantenere un “dialogo fruttifero e produttivo con la Spagna e l’Unione Europea nel reciproco rispetto”.

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