Mattarella difende l’Europa: “Senza confini mentali e materiali”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con in occasione dell’intervento all’Università Statale di Tbilisi, dal podio durante il suo intervento. Alle spalle schermi giganti.
Tbilisi - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con in occasione dell’intervento all’Università Statale di Tbilisi, oggi 17 luglio 2018. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

TIBLISI.- Sarà la “generazione Erasmus” a salvare l’idea stessa di Europa. Un’Europa 2.0 “senza confini mentali e materiali”, un’area aperta che chiede libero scambio, contraria ai dazi e alle barriere. Un’Europa di diritti umani e solidarietà interna ed esterna che sappia fare massa contro quanti – e il pensiero non può andare che a Donald Trump e Vladimir Putin – vorrebbero smembrarla, depotenziarla, ridurla a un caotico assembramento di statarelli privi di forza negoziale.

Sergio Mattarella ha scelto la Georgia per riproporre la sua inattaccabile idea di Europa proprio mentre la Ue sembra schiacciata tra Stati Uniti e Russia, tra populismi e ritorni al sovranismo. Soprattutto, il presidente della Repubblica, sembra rivolgersi alle litigiose leadership dei 27 Paesi che la compongono.

“Nonostante le difficoltà va perseguito con determinazione il grande disegno che ha reso l’Unione un successo unico nella storia, polo di attrazione imperniato sui principi della democrazia liberale; spazio di pace e prosperità”, ha detto agli studenti dell’università di Tiblisi, capitale di una Georgia post-sovietica oggi tenacemente atlantista che vede come un sogno la possibilità futura di entrare nell’Unione.

Mattarella non cita mai né Trump né’ Putin, ma il suo pensiero è facile da interpretare: “All’Unione europea serve, un sistema che porti a maggiore stabilità, a integrazioni a cerchi concentrici, differenziate e aperte, sintesi, e non mortificazione, delle tante identità che rappresentano la ricchezza del nostro continente”.

E in questo periodo di profonda crisi d’identità comunitaria, di pulsioni egoistiche condite da suggestioni nazionaliste “i giovani e la cultura rivestono un ruolo cruciale. Sono i ragazzi dell’Erasmus – ribadisce il presidente – a rappresentare la speranza di un’Europa “2.0”, senza confini né mentali né materiali”.

Ma a preoccupare non sono solo confini e barriere, che fino a pochi anni fa sembravano retaggi del passato: ora c’è da combattere anche con il ritorno dei dazi, con le politiche muscolari tra le due sponde dell’oceano. Niente di più sbagliato per Sergio Mattarella, che richiama all’ordine liberale che è alla base della civiltà europea: “La Ue mantiene il fascino di un progetto unico per slancio ideale e per concretezza, per chi voglia un sistema basato su regole condivise, che conducano alla convivenza, all’impegno comune e non alla contrapposizione”.

Non è l’ora di dividersi quando l’America di Trump urla che l’Europa è un pericolo maggiore della Cina e Putin non nasconde di volere ai suoi confini un vicino meno potente di un’Unione da 500 milioni di persone.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)