Powell: “Fed per ora avanti con rialzi graduali dei tassi”

Un uomo camminando davanti alla sede della Fed a Washington
La sede della Fed a Washington

NEW YORK. – A fronte di una ripresa ”solida” e di una disoccupazione che continuerà a calare la ”strada migliore per la Fed andando avanti, almeno per ora, è continuare ad alzare gradualmente i tassi di interesse”. Jerome Powell davanti alla commissiona bancaria del Senato mette però in guardia sui possibili effetti negativi dei dazi.

Senza entrare nel merito della politica commerciale dell’amministrazione di Donald Trump, e anzi distanziandosene affermando che l’Ue non è un nemico degli Stati Uniti, il presidente della Fed spiega come ”in generale” i paesi che hanno scambi commerciali aperti ”crescono di più e hanno salari più alti. I paesi che imboccano una direzione protezionista fanno peggio”. Comunque, precisa, è ancora troppo presto per prevedere l’esito delle attuali dispute commerciali.

Le parole di Powell alimentano il coro di voci contro i dazi e una guerra commerciale: il Fondo Monetario Internazionale stima che se le attuali ‘minacce’ commerciali dovessero diventare realtà e causare un calo della fiducia, l’impatto sul pil mondiale sarebbe sostenuto e pari allo 0,5% in meno rispetto a una crescita del 3,8% stimata nel 2020.

E in questo quadro gli Stati Uniti sarebbero fra i paesi a pagare il prezzo più alto. L”’almeno per ora” usato da Powell sui tassi rientra proprio in questo quadro di incertezza. Secondo gli analisti la Fed alzerà i tassi di interesse in altre due occasioni quest’anno, la prima a settembre.

Gli aumenti riflettono ”una sostenuta performance dell’economia e noi vogliamo assicurarci che questo trend continui” dice il presidente della Fed ai senatori, spiegando come i rialzi graduali puntano a far sì che la ripresa raggiunga un maggior numero di americani, anche coloro che finora ne sono stati tagliati fuori.

A sostenere la crescita sono anche ”condizioni finanziarie favorevoli”, con le grandi banche americane più forti di quanto non lo fossero prima della crisi. Sono ”bene capitalizzate” e gli stress test – ”i più duri finora condotti” – lo hanno dimostrato, aggiunge Powell, assicurando il suo impegno a rendere le regole post-crisi più efficaci ed efficienti, con l’obiettivo di mantenere norme stringenti sulla banche più grandi.

Powell si dice infine ”incoraggiato” dai recenti dati sull’inflazione, che si muove verso l’obiettivo del 2%. ”Non siamo ancora pronti pero’ a dichiarare vittoria”.

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