Fmi: “Italia a rischio mercati, eviti incentivi”

Logo e nome dell'International Monetary Fund (IMF) sull'entrata del quartier generale dell'istituzione..
Logo e nome dell'International Monetary Fund (IMF) sull'entrata del quartier generale dell'istituzione.. EPA/JIM LO SCALZO

NEW YORK. – L’incertezza sulle ”future politiche” può frenare la crescita dell’Italia, che deve dovrebbe evitare ”stimoli pro-ciclo e ricostruire cuscinetti” data la sua vulnerabilità a una perdita di fiducia del mercato. E’ l’analisi del Fondo Monetario Internazionale contenuta nel documento preparato in vista del G20 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali. Un appuntamento che vede i dazi e le politiche commerciali, e i loro effetti sulla crescita, al centro del dibattito.

”Gli scambi commerciali sono vitali” per la ripresa mondiale: in gioco ci sono 430 miliardi di dollari di pil, dice Christine Lagarde. Il Fondo fa il conto del possibile impatto economico delineando diversi scenari: il peggiore, quello in cui tutte le minacce sui dazi finora effettuate, costerebbe all’economia globale lo 0,5% del pil, con le conseguenze più severe sugli Stati Uniti. A una perdita di Pil dello 0,8% americana, si accompagnerebbe un calo della crescita dell’area euro dello 0,3%.

Proprio a Eurolandia il Fmi rivolge un invito: affrontare e risolvere il nodo dei non perfoming loan. Poi la mette in guardia su un possibile riemergere dei rischi, come ”ha ricordato” il caso Italia con le recenti tensioni sui mercato dei titoli di Stato. Nel rapporto il Fmi dispensa le sue ricette per i Paesi membri del G20.

L’invito all’Italia a evitare misure pro-cicliche è rivolto anche agli Stati Uniti, alle prese con conti pubblici su una ”traiettoria insostenibile e deficit eccessivi”. Roma, così Berlino e Parigi, dovrebbe poi portare avanti riforme per la concorrenza, necessarie “per aumentare la produttività e ridurre i prezzi nei servizi professionali”.

“Modifiche nelle politiche della disoccupazione (India), decentralizzazione delle contrattazione salariale (Italia) e integrazione dei rifugiati (Germania) aiuterebbero a rafforzare l’occupazione e aumentare il pil potenziale” indica ancora il Fmi, suggerendo anche una ”riduzione della frammentazione dei programmi sociali (Italia) e un ampliamento delle reti di protezione sociale per migliorare l’inclusività (Italia)”.

Il documento traccia un quadro di ripresa globale che procede nonostante l’aumentare dei rischi. Fra i pericoli il maggiore è guerra commerciale che – avverte il direttore generale del Fmi – ”fa male a tutti”. Il protezionismo – rincara la dose il presidente della Fed, Jerome Powell, nel corso di un’audizione – è negativo per l’economia mondiale. Gli scambi commerciali sono al centro del G20, con gli sherpa già al lavoro per cercare un consenso ed evitare il flop del G7.

Un comunicato è atteso alla fine della riunione: si tratterà – secondo indiscrezioni – di un documento stringato di 2 pagine, nel quale si parlerà di scambi commerciali in modo ‘neutrale’ come ”importanti motori di crescita e produttività”. Nessun riferimento esplicito è atteso a una guerra commerciale.

(di Serena Di Ronza/ANSA)