Chelsea presenta Maurizio Sarri: “Vincere? Prima divertirsi”

Maurizio Sarri, nuovo allenatore del Chelsea, durante la conferenza stampa di presentazione.
Maurizio Sarri, nuovo allenatore del Chelsea, durante la conferenza stampa di presentazione. (ANSA/AP Photo/Kirsty Wigglesworth)

LONDRA. – “Chiamatemi Maurizio”. L’inglese resta da perfezionare (“meglio in italiano, così non vengo frainteso”), così come la rosa del Chelsea (“ovviamente spero che restino tutti i migliori”), ma Sarri non ha paura di una sfida “stimolante e difficile”, in un campionato “più difficile della Serie A”. Nella prima conferenza davanti alla stampa inglese l’ex allenatore del Napoli ci ha tenuto a presentarsi più come un “tecnico da campo” che non un manager, a dispetto anche dell’inedita cravatta, elogiando il lavoro svolto dal suo predecessore.

E a chi gli chiede come vuole essere chiamato evocando lo ‘special one’ autoassegnatosi da Mourinho negli anni londinesi, il nuovo allenatore risponde semplice. “Vorrei semplicemente che qui tutti, dai giocatori ai giornalisti, mi chiamassero col mio nome: Maurizio”. “Antonio Conte ha ottenuto risultati eccezionali sia in passato che qui, e tutto quello di buono che ha fatto con il Chelsea lo conserverò – le parole di Sarri -. Ma nel calcio di oggi la cosa più importante è saper trasmettere la proprio filosofia di gioco alla squadra”.

Tempo però ce n’è gran poco: tra poco più di tre settimane comincia la Premier League (prima impegno, contro l’Huddersfield), ma tra 18 giorni i Blues inaugureranno la nuova stagione nella finale di Community Shield contro il Manchester City. “In passato mi ci è voluto un po’ di tempo per spiegare le mie idee. Magari anche tre mesi. A Napoli ci eravamo sintonizzati dopo tre partite. Spero di fare in fretta anche qui, anche se dopo un mondiale ci vuole sempre un po’ più di tempo. Magari grazie alla qualità della rosa possiamo comunque ottenere risultati da subito”.

A proposito di squadra, il mercato inglese chiude esattamente tra 22 giorni. E il Chelsea, al di là di Jorginho, appare come un cantiere aperto, con molte delle sue stelle – a cominciare da Eden Hazard, ma anche Thibaut Courtois, Alvaro Morata e N’Golo Kanté – in predicato di partite. “Sono forse l’unico allenatore che si annoia quanto sente parlare di mercato. Non mi interessano le trattative. Con un paio di innesti possiamo essere una squadra in grado di dare spettacolo. Manca solo un po’ di creatività a centrocampo. Hazard? E’ già uno dei due o tre migliori giocatori in Europa. Spero di migliorarlo, anche se sarà difficile perché ha già raggiunto livelli altissimi”.

Sarri promette che cercherà di proporre anche a Londra un calcio “spettacolare”, perché “il mio obiettivo personale è divertirmi, e divertire i nostri tifosi. Se cosi’ si vince? Sometimes yes, sometimes not…A volte si’ a volte no. Il calcio non è uno sport, ma un gioco e noi dobbiamo nutrire il bambino che è in noi”.

Solo quattro anni fa allenava in Serie B, ora si trova sulla panchina di uno dei top-club del campionato più ricco del pianeta. “E’ una sfida difficile, ma anche stimolante. La Premier League è un campionato differente dalla Serie A, più duro, e tatticamente diverso. Qui ci sono i migliori tecnici e i più forti giocatori al mondo. Ma non ho paura, se l’avessi, probabilmente non farei questo mestiere perché bisogna saper rischiare. I tanti esoneri del passato? Quello che è successo in questo club negli ultimi anni non mi riguarda”.

Di quello che si sono detti con Roman Abramovich preferisce non parlare (“Non credo che un rapporto professionale inizi nel migliore dei modi rivelando in pubblico quanto ci si è detti privatamente”), ma difende con orgoglio i suoi anni napoletani. “Non so se fosse inevitabile l’addio, ma certo Napoli e la sua gente mi rimarranno sempre nel cuore. Non abbiamo vinto nulla? E’ vero, ma negli ultimi quattro anni nessuno ha vinto nulla in Italia, al di fuori della Juventus. Il mio Napoli però ha stabilito due volte il proprio record di punti”.

Ultima parte della conferenza stampa dedicata all’autodifesa per qualche incidente del passato (“Tutti commettono errori. Io non sono omofobo razzista o sessista, e spero di potervelo dimostrare. Quando si sbaglia ci si scusa, e io l’ho fatto), e ai complimenti ad uno dei suoi più illustri ammiratori: ” (Pep)Guardiola è classe pura, un genio. Il primo anno al City ha avuto qualche difficoltà ma ottenere 100 punti come ha fatto la scorsa stagione, bè non so chi altro ci riuscirà”.