Gang stile Gomorra a Roma, rapinavano le paghette ai ragazzi

Due ragazzi, ripresi di spalle, prendono a calci un loro coetaneo.
Due ragazzi, ripresi di spalle, prendono a calci un loro coetaneo.

ROMA. – Erano il terrore dei ragazzini ‘bene’ della Capitale. Mettevano a segno violente rapine, anche di pochi euro, solo per il gusto di farlo e per poi vantarsene sui loro profili social, in stile “Gomorra”, e guadagnarsi la fama di ‘duri’. Ma la gang, composta da 10 ragazzi tra i 14 e i 22 anni, è stata presa dalla polizia. Rapine e lesioni i reati contestati. Arrestati i quattro maggiorenni (uno in carcere e tre ai domiciliari) mentre ai minorenni è stato notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari e l’avviso di garanzia.

La banda per mesi ha seminato il terrore tra i residenti dei quartieri Vescovio, Coppedé e Africano picchiando e rapinando giovanissimi. Sceglievano come vittime compagni o ex compagni di scuola, generalmente i più deboli, ma anche ragazzi sconosciuti che incrociavano per strada e che, venendo da altre zone della città, dovevano pagare a loro una sorta di ‘dazio’ per essere entrati nel loro ‘spazio’.

L’indagine degli agenti del commissariato Vescovio e della Squadra Mobile è partita grazie alle denunce di giovani vittime che, accompagnate dai genitori, sono riuscite a raccontare i soprusi subiti. Ad agire solitamente erano due o tre alla volta. Botte, intimidazioni e rapine di paghette settimanali, oggetti di valore e capi di abbigliamento firmati. Dopo i loro colpi i responsabili non esitavano a condividere con gli altri “fratelli” sui social i ‘trofei’.

Le vittime, vessate in continuazione, per paura di incontrarli nuovamente limitavano le loro uscite o comunque cambiavano le loro abitudini, fino ad arrivare al punto di non indossare un capo di abbigliamento costoso, avendo il terrore di essere rapinati.

Per gli investigatori i componenti della gang agivano per “il gusto di farlo” come un atto di dimostrazione di forza con l’obiettivo di crearsi la fama di duri. I responsabili, di diverse estrazioni sociali, abitavano o comunque frequentavano quei quartieri a ridosso della Nomentana.

Sui profili social sono state trovate frasi o video in cui prevale la violenza o l’appartenenza a un gruppo come modo di vita, alla pari delle serie televisive come “Gomorra”. Gli investigatori, analizzando gli episodi denunciati, le caratteristiche fisiche degli aggressori, il modus operandi e i social network, hanno individuato tutti i componenti del gruppo.

(di Chiara Acampora/ANSA) –