Sesso per amicizie influenti, Butina resta in carcere

Maria Butina con un ombrello in spalla a forma di fucile.
Arrestata in USA Maria Butina, sospetta spia di Putin e pedina del Russiagate

WASHINGTON. – Sesso, visti e spionaggio. O almeno tentativi di spionaggio. Maria Butina, russa di 29 anni, resta in carcere a Washington, accusata di aver agito quale agente straniero per la Russia negli Stati Uniti, mettendo su una ‘campagna’ dal 2014 almeno, volta ad infiltrarsi nell’ambiente repubblicano per spingere politici verso gli obiettivi di Mosca.

”Hai superato Anna Champman” le era stato detto, con riferimento all’agente russa arrestata negli Stati Uniti nel 2010 e poi rientrata in Russia nell’ambito di una scambio di spie fra Stati Uniti e Mosca. Ed era da intendersi come un complimento, in cui il parallelo andava certo oltre la chioma rossa che le due donne hanno in comune. Lo riferiscono i media Usa, che danno inoltre conto di quanto emerso ieri un’udienza dagli alti toni drammatici, come a scorrere i capitoli di un romanzo, alla fine della quale il giudice ha negato la liberta’ su cauzione alla donna, riconoscendo l’alto rischio che possa fuggire dal Paese. Se condannata la sentenza potrebbe arrivare a 15 anni di prigione.

Butina era riuscita in poco tempo a inserirsi nella Washington che conta: dalle carte di tribunale risulta che era in contatto con agenti dell’intelligence russa, a marzo era stata a cena con un diplomatico russo sospettato di essere un agente e che due settimane dopo ha lasciato gli Usa, nello stesso periodo in cui circa una dozzina di agenti di intelligence vennero espulsi dal Paese dopo l’avvelenamento di una ex spia nel Regno Unito.

Ma già nel 2014, secondo l’accusa, Butina aveva mentito per ottenere un visto per studenti necessario per iscriversi alla American University, a Washington, dove ha concluso lo scorso maggio un master in relazioni internazionali. Sperava, pare, che dopo aver concluso un ciclo di studi negli Usa avrebbe ottenuto un visto lavorativo che le avrebbe consentito di rimanere nel Paese più a lungo.

Dalle carte giudiziarie risulta inoltre che aveva offerto ad un cittadino americano prestazioni sessuali in cambio di lavoro. Aveva poi vissuto con un repubblicano con il doppio della sua età che pubblicamente definiva il suo ‘boyfriend’, ma in privato “disprezzava” e lo costringeva a fare il lavoro necessario per il corso all’università.

L’Fbi aveva tenuto d’occhio Maria Butina per l’ultimo anno, scrive il New York Times: nel suo appartamento a Washington, vicino all’American University, gli agenti federali avevano messo le mani su uno scambio di messaggi con l’ex banchiere russo Alexandr Torshin, il suo mentore stando alle ricostruzioni fatte in questi giorni dai media Usa e che insieme con lei aveva lavorato per stabilire una rete di contatti con la National Rifle Association (Nra), la potente lobby americana delle armi. Fu Torshin a paragonarla ad Anna Chapman, e dopo una serie di articoli in cui veniva citata le scrisse: “I tuoi ammiratori ti stanno già chiedendo l’autografo? Hai superato Anna Chapman”.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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