Decreto dignità: il mondo dei giochi si mobilita, primo ricorso Ue

Il tavolo verde di un casinò e carte sparse.
Il tavolo verde di un casinò e carte sparse.

ROMA. – Prima l’appello degli operatori ad aprire un tavolo di confronto, poi le critiche di Confindustria ed ora il primo ricorso ufficiale alla commissione europea. Il mondo dei giochi si mobilita contro il decreto dignità e lo stop alla pubblicità previsto dal provvedimento fortemente voluto dal vicepremier e ministro al Lavoro, Luigi Di Maio.

Leovegas, società svedese in prima linea contro la nuova normativa del governo gialloverde, ha presentato reclamo alla commissione europea, mentre continuano ad arrivare da ogni parte d’Italia gli appelli degli imprenditori del settore per tutelare centinaia di migliaia di famiglie a rischio.

Nel ricorso a Bruxelles, la società, con sede in Svezia ma con regolare licenza in Italia, spiega che “la relazione tecnica del decreto Dignità sconfessa il contenuto stesso del provvedimento” riconoscendo “notevoli effetti negativi per il settore del gioco online”.

Secondo i ricorrenti, inoltre, il governo italiano avrebbe violato una direttiva europea che prevede la comunicazione preventiva della nuova normativa alla commissione europea. Infine, sempre secondo quanto riportato nel ricorso, il decreto violerebbe due articoli del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

Nei giorni scorsi sempre Leovegas, attraverso il suo managing director Niklas Lindahl, ha acquistato una pagina sui principali quotidiani italiani per chiedere a Di Maio di rivedere la sua posizione sulla pubblicità dei giochi in Italia. Il ministro replicò con un video sui social ribadendo la ferma volontà del governo nel’abolire la pubblicità dei giochi con premi in denaro per contrastare il fenomeno della ludopatia.

Quello che l’imprenditoria di settore teme dall’applicazione del decreto dignità è la fuga di clienti ed utenti, con il rischio di dover chiudere o, in alternativa, spostarsi verso altri mercati. E’ il caso, per esempio di Codere, multinazionale che dal 2000 investe in Italia ma che opera anche in altri mercati in tutto il mondo, dalla Spagna al Sudamerica.

“Noi vorremmo andare avanti, fare investimenti, ma ci sono troppe incertezze qui in Italia – spiega l’amministratore delegato, Alejandro Gonzalez -. Ci ritroviamo fermi in un mercato nel quale avevamo previsto dei piani di sviluppo che, ovviamente, dobbiamo rivedere”.

(di Domenico Palesse/ANSA)