Scandinavia come Mediterraneo, 33 gradi e incendi

Emergenza roghi in Svezia
Emergenza roghi in Svezia. Esperti, colpa del cambio climatico

ROMA. – Scandinavia come il Mediterraneo. Da giorni Norvegia, Svezia e Finlandia sono investite da un’ondata di caldo eccezionale, con temperature oltre i 30 gradi, decessi di anziani ed emergenza incendi. E gli esperti non hanno dubbi: tutta colpa del riscaldamento globale. I bollettini meteo sono impressionanti. A Stoccolma e Uppsala in Svezia si registrano 34 gradi, quando normalmente le temperature in questo mese sono sui 21-22 gradi. Ma anche oltre il Circolo polare artico si superano i 30 gradi: Drag in Norvegia segna 33,7, Kevo in Finlandia 33,4.

La causa, spiega il sito 3bmeteo.com, sono le correnti calde provenienti dal Nordafrica: in Algeria in questi giorni si arriva a 50 gradi. “Gli scandinavi non sono attrezzati contro questo caldo – spiega 3bmeteo -, non hanno impianti di condizionamento diffusi, non ne hanno mai avuto bisogno. E’ per questo motivo che l’ondata di caldo che sta interessando tutta la Scandinavia sta creando numerosi problemi, soprattutto nelle persone anziane, con numerosi decessi”.

E poi ci sono gli incendi. Nelle splendide (e solitamente umide) foreste della Svezia, si segnalano più di 80 roghi, favoriti da caldo e assenza di piogge. Il fumo si vede anche dai satelliti. Quattro cittadine sono state evacuate. I pompieri svedesi sono in difficoltà, e hanno dovuto chiedere elicotteri alla Norvegia e un Canadair all’Italia.

Per Jonas Olsson, dell’istituto Meteorologico svedese, “nella maggior parte del Paese le precipitazioni sono sette volte inferiori alla media, il valore più basso registrato nell’ultimo secolo. Le ragioni di questo record di temperatura e siccità sono da ricercare nei cambiamenti climatici”.

Un parere confermato anche dall’ente che certifica la gestione sostenibile delle foreste, il Pefc: “La prima causa dei terribili incendi in Svezia è il cambiamento climatico, che ha portato l’estate più calda di sempre nella penisola scandinava”, dichiara la presidente del Pefc Italia, Maria Cristina d’Orlando.

Gli scienziati di recente hanno fornito nuove spiegazioni a queste ondate di calore nel gelido Nord. Uno studio dell’Università di Washington ha scoperto il rallentamento della Circolazione atlantica meridionale, che trasporta l’acqua calda dei Tropici verso Groenlandia e Scandinavia (la cosiddetta Corrente del Golfo) e l’acqua fredda del Nord Europa verso sud. Se la corrente rallenta, cattura meno CO2 e fa aumentare l’effetto serra.

E poi c’è l’azione dell’uomo: uno studio del Lawrence Livermore National Laboratory, in California, ha rilevato come nelle zone temperate, le più densamente popolate, negli ultimi 40 anni le estati siano diventate più calde e gli inverni più freddi.

(di Stefano Secondino/ANSA)

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