Il Parma mantiene la Serie A, ma partirà da -5

L'attaccante del Parma, Emanuele Calaio', durante la prima amichevole della stagione, maglietta gialla e pallone di fronte.
L'attaccante del Parma, Emanuele Calaio', durante la prima amichevole della stagione contro una rappresentativa della Val Venosta a Prato allo Stelvio (Bolzano), in una immagine del 14 luglio 2018. ANSA/MATTEO BAZZI

ROMA.- La Serie A è salva, il Parma sorride ma solo a metà. Il Tribunale federale nazionale della Figc, presieduto dall’avvocato Mario Antonio Scino, ha di fatto accolto il deferimento del Procuratore Giuseppe Pecoraro, comminando al club emiliano 5 punti di penalizzazione (la richiesta iniziale era -6) ritenendo però “congruo” che la penalizzazione si sconti nella stagione 2018/19.

Dal dispositivo emesso in mattinata dal Tribunale, regge l’impalcatura dell’accusa: “Tentato illecito” di un tesserato dei gialloblu. Si tratta di Emanuele Calaiò, sanzionato in primo grado con due anni di squalifica e 20mila euro di ammenda per i messaggini inviati a Filippo De Col dello Spezia poco prima del match decisivo per la promozione degli emiliani in A.

Per il club gialloblu scatta in automatico la responsabilità oggettiva, ma dalle motivazioni che si leggono nel dispositivo si evince come i giudici ritengano un’attenuante il fatto che la dirigenza parmense non poteva essere a conoscenza degli sprovveduti movimenti di Calaiò.

I giudici lo spiegano specificatamente nel passaggio in cui si sottolinea che il Parma “ha conseguito sul campo la posizione finale in classifica che le ha consentito la promozione diretta in Serie A”, per questo il “tribunale ritiene che la penalizzazione riferita alla classifica del campionato di Serie B appena conclusosi, oltre che estremamente afflittiva” sarebbe anche “in aperto contrasto con lo stesso principio di afflittività previsto dall’art. 18, comma 1, lett. g) del CGS”.

Si è trattato di “un tentativo di illecito decisamente respinto dai destinatari dei messaggi e la cui conoscenza da parte della Società Parma Calcio non è stata in alcun modo nemmeno ipotizzata”, prosegue il dispositivo. Dal canto suo, il Parma ha accolto la sentenza “con enorme amarezza”, definita “iniqua e illogica”, oltre che “abnorme” la condanna a 2 anni per Calaiò. Annunciando al contempo ricorso in tempi brevissimi.

La palla passa dunque alla Corte d’appello federale, con un processo che probabilmente andrà in scena ai primi di agosto. Ben oltre la data del prossimo 26 luglio in cui andrà in scena il nuovo calendario della massima serie. In quella sede comparirà almeno un’altra ‘X’, quella del Chievo, la cui sentenza di primo grado sulle presunte “plusvalenze fittizie” è attesa tra domani e (più probabilmente) mercoledì. In questo caso la Procura ha usato la mano pesante chiedendo per entrambe 15 punti di penalizzazione da scontare nella stagione passata.

Premesso che il caso è del tutto differente, trattandosi per il Chievo di accusa per illecito amministrativo, c’è un passaggio nel dispositivo Parma che potrebbe giocare in favore del club scaligero. Quello in cui i giudici spiegano che “la penalizzazione (per il Parma, ndr) va operata con riferimento alla stagione sportiva in corso e, solo ove si appalesi inefficace può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva successiva”.

Per cui: “Dovendosi individuare la stagione sportiva in corso in quella 1° luglio 2018/30 giugno 2019, la infliggenda penalizzazione sul punteggio non potrà che scontarsi in tale stagione sportiva”. Se passasse questa linea, anche il Chievo potrebbe sperare ancora nella Serie A.