ROMA. – La pratica di usare i social per influenzare l’opinione pubblica da parte dei governi è in rapida diffusione, e non riguarda solo la Russia. Lo afferma un rapporto dell’ Institute for the Future di Palo Alto, che segnala diversi casi di ‘troll di Stato’, direttamente dipendenti dai governi o comunque appoggiati apertamente, dall’India a Malta agli stessi Usa.
“Usando account falsi, bot e attacchi coordinati da legioni di follower – si legge nel rapporto – i governi rendono estremamente difficile distinguere tra la pubblica opinione e i troll sponsorizzati. Molte volte gli attacchi promuovono la violenza o l’assalto di tipo sessuale, specie quando gli obiettivi sono donne”.
Il documento distingue tre tipi di ‘intervento’ governativo. Il primo è diretto, con gli apparati che eseguono direttamente gli attacchi. Un secondo livello è ‘coordinato e diretto’ dagli stati ma non eseguito direttamente, come avvenuto in Ecuador e Venezuela. In alcuni casi infine gli attacchi non sono direttamente promossi dai governi, che però li istigano e ne traggono vantaggio.
“Il risultato, concludono gli esperti, è stato l’autocensura dei giornalisti, arresti e persino omicidi delle persone che sono state oggetto degli attacchi – conclude il documento, che punta il dito anche contro gli Usa -. La strategia di incitare le campagne dei troll è stata osservata anche negli Stati Uniti, dove siti molto schierati come Breitbart e fonti vicine a Trump segnalano ai troll chi colpire”.