Casa: più vendite ma giù prezzi, boom mutui extralarge

Un persona di spalle guardando l'affissione con le case in vendita
Affissione con le case in vendita

ROMA. – Gli italiani hanno ripreso a comprare case ma la crisi ha lasciato il segno: il valore medio delle transazioni si è decisamente ridotto da 148 mila a 126 mila euro. A fare i conti sono i notai. Sulla base degli atti firmati dai loro studi emerge quindi un dato che non esitano a definire “un po’ preoccupante”.

E il motivo è chiaro, nella Penisola, più che altrove, la ricchezza delle famiglie si misura proprio in metri quadrati. Eppure nel 2017 il mercato immobiliare ha registrato altri segni più. Basti pensare che il numero delle abitazioni passate di mano è salito di oltre il 9%. In tutto ciò le banche hanno continuato a concedere mutui.

E, sebbene la stragrande maggioranza non superi un importo di 150 mila euro, il Consiglio nazionale del notariato rileva un “significativo incremento” dei finanziamenti più pesanti, che vanno dai 450 ai 500 mila euro. “Segno – si legge nel rapporto – di una ripresa degli investimenti”.

La stessa chiave di lettura viene data all’impennata di compravendite relative a terreni edificabili di fascia alta (intorno al milione). Per i notai si tratta di un interesse che riflette “un aumento di fiducia nel settore dell’edilizia”, voglia di mettere su nuovi cantieri.

Ma chi è che oggi compra una casa? Per lo più si tratta di privati cittadini e stavolta senza divari di genere. Nel campo degli acquisti immobiliari si riscontra, infatti, “una sostanziale parità tra maschi e femmine”. Rilevante è poi la fetta di giovani, quasi un terzo dei compratori è under35.

Ma dietro, come si può facilmente immaginare, c’è spesso l’aiuto della famiglia, dei genitori. Tanto che le donazioni in denaro a favore delle nuove generazioni risultano in crescita. In molti casi poi chi viaggia tra i 18 e i 35 anni prende in mano le chiavi della prima casa, potendo contare sulle relative agevolazioni.

In generale gli sconti sembrano avere un forte impatto su tutto il mercato, ne beneficerebbe il 56% delle transazioni. Dall’incrocio dei dati su base territoriale, appare evidente il vantaggio del Nord Italia. E’ qui che si concentra oltre la metà delle compravendite, lasciando indietro il resto del Paese.

Ma, nonostante il Mezzogiorno sia lontano dai livelli del Settentrione, è qui che si registrano gli aumenti più vivaci: dal Molise (+12%) alla Sicilia (+11,7%). L’unica regione che fa invece segnare una flessione, sempre rispetto al 2016, è l’Abruzzo (-4,6%).

(di Marianna Berti/ANSA)

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