Pubblica Amministrazione, ministro Bongiorno ai sindacati: “Premi a chi lavora bene”

Un ufficio pubblico: scartoffie sui tavoli e impiegati statali lavorando col computer
Un ufficio pubblico con impiegati statali lavorando col computer.

ROMA. – Pugno duro contro chi non assolve al proprio dovere ma “premi” se si “lavora bene”. Anche perché un “dipendete pubblico più felice e più sereno ti cambia la vita”. La pensa così la ministra della P.A, Giulia Bongiorno. Bastone e carota, insomma. Approccio da utilizzare per la classe dirigente, ma anche, e questa è la novità, per tutto il resto del pubblico impiego.

Nessuna retromarcia, quindi, sulla impronte digitali per combattere i cosiddetti furbetti del cartellino. Allo stesso tempo, però, bisognerà spalancare le porte della meritocrazia a ogni livello. Sarà questa la filosofia che ispirerà i provvedimenti targati Bongiorno. Nessuna “riforma epocale”, ribadisce la ministra, precisando che tuttavia leggi e decreti non mancheranno. E ciò nonostante le difficoltà che deriverebbero da “un’eredità pesante”.

Per ora non c’è un piano di lavoro dettagliato ma la direzione è chiara ed è stata illustrata ai sindacati, nel corso del primo faccia a faccia. Cgil, Cisl e Uil hanno subito posto il loro elenco di priorità, tra cui spicca la richiesta di rinnovo dei contratti. Può sembrare un paradosso, ma la tornata appena chiusa sarà presto superata. Dal 2019 scatta, infatti, il nuovo triennio.

Questo significa altre risorse. Di certo, per finanziare gli aumenti stipendiali, dalla scuola alla sanità, ce ne vogliono e il budget deve essere previsto in manovra. Una partita che si giocherà ad ottobre e sui cui la ministra assicura: “spingerò”. I sindacati però vogliono anche altro, la Cgil con Serena Sorrentino e Franco Martini chiede “il varo di un piano straordinario per l’occupazione nella P.A che vada oltre lo sblocco del turnover”, visto che non basterebbe a colmare il vuoto lasciato dai pensionamenti.

La Uil con Antonio Foccillo ricorda che c’è da mettere su “la commissione paritetica per le nuove professionalità”. Una task force che dovrebbe ridisegnare la geografia del pubblico impiego. In generale, per Ignazio Ganga della Cisl occorre “ripensare il lavoratore pubblico come risorsa per uno Stato efficiente”. Sulla stessa linea Massimo Battaglia della Confsal, che per i travet domanda “non solo soldi ma anche rispetto”.

La Cgs raccomanda invece prudenza sugli interventi che riguardano la mobilità dei lavoratori. Al tavolo erano anche presenti le rappresentanze dei dirigenti, a partire da Unadis, che aspettano ancora di siglare il contratto 2016-2018.

(di Marianna Berti/ANSA)

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