Di Maio, la questione Tav e il M5s. Nodo gasdotto

Presentazione dello scavo del versante Francese a Saint Martin La Porte del tunnel Ferroviario Lyon-Turin
Presentazione dello scavo del versante Francese a Saint Martin La Porte del tunnel Ferroviario Lyon-Turin. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Come dire sì ad una Grande Opera sulla quale si è sempre detto “No” e per cui Beppe Grillo si è perfino preso una condanna? Sullo sfondo del grande nodo Tav c’è soprattutto questo quesito a pendere sulle teste dei membri M5S del governo, a partire da Luigi Di Maio. Del resto, già ai tempi degli incontri milanesi tra M5S e Lega sul contratto, il capitolo Grandi Opere è stato tra i più complessi e tra i meno condivisi dai due contraenti.

Con un corollario: la questione Tav, al pari di quella Tap, riguarda soprattutto il M5S e il suo elettorato più puro, quello meno avvezzo al compromesso. Un elettorato che non si può tradire in maniera palese in vista delle Europee del 2019.

Al momento tra la Torino-Lione e il gasdotto che, dall’Azerbaigian arriverà in Italia aggirando la Russia, è soprattutto il secondo a vedere la luce verde del governo magari con alcune correzioni che vadano incontro agli ambientalisti e con una diversa collocazione del punto di arrivo del Tap. Troppo forte, infatti, è la pressione di Donald Trump, che il premier Giuseppe Conte vedrà lunedì forte di una amicizia che sembra già salda.

Di certo, nel governo, i progetti sono considerati in maniera diversa e non è un caso che fonti del Mit sottolineino come l’atteggiamento del ministro Danilo Toninelli potrà mutare a seconda dell’opera. “Ogni dossier viene valutato secondo una project review scientifica ed econometrica che è autonoma e indipendente. Si analizzano i costi e i benefici di ciascuna opera senza filtri ideologici”, viene spiegato.

Ambienti vicini alla Lega manifestano una certa sorpresa per le notizie, filtrate sui giornali, dello stop di Conte e Luigi Di Maio al Tav. Nel vertice a Palazzo Chigi della Torino-Lione si sarebbe parlato della questione e dal vicepremier M5S, si osserva, non sarebbe arrivato nessun accenno a un veto del M5S.

Eppure il “nocciolo duro” del Movimento difficilmente ingoierà il “sì” alla Tav. Sui profili facebook di alcuni parlamentari piemontesi, da Luca Carabetta a Davide Serritella nei giorni scorsi sono rimbalzate le parole con cui Toninelli metteva uno stop al progetto. Giorni in cui Alberto Airola parlava del “No Tav” come di un “patto fondante nel M5S”. Un patto che, nel 2014, comportò a Grillo una condanna per aver violato i sigilli ai cantieri della Val di Susa. Un patto che ha visto, tra i protagonisti, anche Laura Castelli, attuale vice ministro dell’Economia.

(di Michele Esposito/ANSA)

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