La Nasa compie 60 anni guardando a Luna e Marte

Luna rossa, effetto eclisse.
Luna rossa, effetto eclisse.

ROMA. – La Nasa compie 60 anni: il 29 luglio 1958 il presidente americano Dwight Eisenhower firma il suo atto di nascita, a nemmeno un anno dal successo del satellite sovietico Sputnik. L’agenzia spaziale americana, infatti, è nata all’insegna della corsa allo spazio, ma oggi affronta uno scenario completamente diverso, con l’arrivo dei privati e nuove nazioni che si affacciano allo spazio, come Cina e India.

“La forza trainante che ha portato alla nascita della Nasa – scrive la stessa agenzia spaziale americana – è stata il lancio dello Sputnik il 4 ottobre 1957”. Nel bel mezzo della Guerra Fredda, gli Usa non potevano “lasciare passare quella sfida”. L’enorme gittata del missile che lancia la piccola sfera allarma infatti gli americani, preoccupati sia per la sicurezza nazionale sia per la possibile perdita della leadership tecnologica. Quel lancio, rileva la Nasa, ha portato il governo degli Stati Uniti a concentrare e consolidare i suoi programmi di esplorazione spaziale e il 31 gennaio 1958 gli Usa lanciano il satellite Explorer I, che ha scoperto gli anelli di particelle energetiche che abbracciano la Terra (fasce di Van Allen).

La nascita della Nasa (National Aeronautics and Space Agency) viene preparata nei mesi tra la fine del ’57 e la primavera del ’58 e, dopo la firma della legge che la istituisce, l’agenzia diventa operativa il 1 ottobre del 1958, assorbendo anche la vecchia agenzia aeronautica Naca (National Advisory Committee for Aeronautics). Da subito il programma si incentra sulla possibilità di missioni umane nello spazio, ma anche in questo caso a segnare il primato è l’Unione Sovietica, che nell’aprile del 1961, porta nello spazio Yuri Gagarin.

Gli Usa così accelerano il programma: nel 1962 l’americano John Glenn vola nello spazio e il 20 luglio del 1969 Neil Armstrong è il primo uomo a toccare il suolo lunare. “La rivalità tra Russia e Usa – osserva la Nasa – è durata decenni, ma alla fine ha lasciato il posto alla cooperazione”. Sessant’anni dopo, americani e russi infatti lavorano fianco a fianco a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, insieme agli astronauti di molti altri Paesi, in uno spazio completamente nuovo.

Sulla scena adesso ci sono anche i privati: i primi esempi hanno riguardato il trasporto dei rifornimenti, quando con l’uscita di scena dello Space Shuttle si sono affacciate aziende come la SpaceX con la capsula Dragon, e la Orbital Atk, con la navetta Cygnus. Mentre i privati si preparano anche al trasporto umano nello spazio e ai voli turistici nell’orbita bassa, compresa fra 160 e 2.000 chilometri di quota, entrano in campo anche nuovi Paesi.

L’India, a esempio, si fa strada nel settore dei lanciatori e la Cina, dopo la sperimentazione del laboratorio orbitale Tiangong 1, ne sta preparando uno nuovo e punta alla Luna, con una base. Anche la Nasa torna a guardare alla Luna, puntando al pianeta rosso: “vi torneremo – rileva- per preparare l’esplorazione umana di Marte” mentre continuerà a dare la caccia alla vita nel cosmo, “provando a rispondere alla domanda ‘siamo soli nell’universo?'”.

(di Monica Nardone/ANSA)