Macron sotto tiro, ma non passa la sfiducia sul caso Benalla

Il Primo Ministro Edouard Philippe espone le sue ragioni a difesa di Macron durante il dibattito in Parlamento.
Il Primo Ministro Edouard Philippe espone le sue ragioni a difesa di Macron durante il dibattito in Parlamento. EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON

PARIGI. – La guerra tra governo e opposizione sul caso di Alexandre Benalla, l’ex bodyguard e collaboratore di Emmanuel Macron indagato per le violenze del primo maggio a Parigi, ha toccato oggi un ulteriore livello di drammaturgia politica, con l’arrivo in Parlamento delle due mozioni di sfiducia contro l’esecutivo, presentate rispettivamente dai Républicains (destra) e dall’unione dei partiti di sinistra. Dopo un pomeriggio di dibattiti infuocati, le due mozioni sono state respinte dall’Aula dominata dalla solida maggioranza del partito presidenziale la République En Marche.

Il governo guidato da Edouard Philippe rimane dunque al suo posto ma, per la prima volta dall’inizio del quinquennato di Macron, l’operazione ha consentito alle opposizioni di mostrare i muscoli costringendo il premier a spiegarsi in parlamento. Dinanzi all’aula infuocata del Palais Bourbon, Philippe ha denunciato una “manipolazione politica” e una “volontà di colpire”, attraverso il caso “individuale” di Benalla, lo stesso presidente oggi rimasto nelle retrovie.

“La sanzione c’è stata”, ha tuonato Philippe, minimizzando il caso come fatto nei giorni scorsi dal capo dello Stato. Tra l’Eliseo e Matignon, la speranza è che ora la pausa estiva (l’ultimo consiglio dei ministri è previsto per venerdì) possa archiviare una volta per tutte il caso che secondo un sondaggio Elabe “sciocca” l’80% dei francesi e trascina il presidente al suo record negativo di popolarità. In aula, il capogruppo dei Républicains, Christian Jacob, ha martellato che “la presidenza non è al di sopra delle leggi”.

“Il vostro governo ha fallito”, ha tuonato rivolgendosi al premier. Durissimo, anche il capogruppo della Gauche démocrate Républicaine (Gdr) André Chasaigne, incaricato da Partito socialista e France Insoumise di presentare la mozione della gauche per la prima volta unita. Chassaigne ha denunciato uno “scandalo di Stato” e accusato Macron di aver “protetto” il suo fedele bodyguard danneggiando, tra l’altro, “l’immagine della Francia al livello internazionale”.

Dall’estrema destra di Marine Le Pen all’estrema sinistra di Jean-Luc-Mélenchon, passando per repubblicani e socialisti, tutte le opposizioni hanno fatto quadrato contro quella che considerano la deriva ‘monarchica’ del quarantenne presidente di Francia. Sulle reti all news, Christophe Barbier, tra i più popolari notisti politici del Paese, si è chiesto se dietro all’insolita alleanza tra opposizioni finora inconciliabili – a cominciare da quella Le Pen-Mélénchon – non si celi l’embrione di quanto accaduto in Italia con l’accordo tra il M5S di Luigi di Maio e la Lega di Matteo Salvini.

In aula, il capogrupppo della maggioranza En Marche, Richard Ferrand, ha denunciato le “mediocri manovre” orchestrate dall’opposizione. “Le vostre mozioni di censura – ha avvertito – entreranno già da stasera negli archivi dell’Assemblea Nazionale tra i registri delle meno gloriose della storia”. Tra gli applausi della maggioranza, Ferrand ha ricordato che una “commissione d’inchiesta parlamentare è stata istituita in 24 ore. In parallelo, è stata aperta un’indagine giudiziaria. L’intensità di questa risposta è la prova che la maggioranza ha voluto fare piena luce su questo caso”.

Al dibattito, assistevano anche il ministro dell’Interno Gérard Collomb e il ministro per i rapporti col parlamento (e delegato generale di En Marche) Christophe Castaner che questa mattina era comparso in audizione presso la commissione d’inchiesta del Senato che dovrebbe riprendere i lavori a settembre. Tra l’altro, il n.1 di En Marche ha annunciato il licenziamento dal partito di Vincent Crase, il ‘compare’ di Benalla indagato per le violenze del primo maggio. Ieri, la procura di Parigi ha aperto un’altra inchiesta su presunti abusi dei due guardaspalle al Jardin des Plantes, tre ore prima dell’ormai noto intervento in Place de la Contrescarpe.

(di Paolo Levi/ANSA)

Lascia un commento