Su Olimpiadi 2026 il governo prende tempo. E nel M5S è gelo

Si preparano i cerchi delle Olimpiadi della neve.
Si preparano i cerchi delle Olimpiadi della neve. (ANSA)

ROMA. – E’ tutta in salita la strada per la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2026. La proposta del Coni sul “tridente” Torino-Milano-Cortina (più la città trentina di Predazzo) non sembra entusiasmare più di tanto il governo ed è accolta con freddezza nel M5S. Del resto, la tormentata storia del Movimento con le Olimpiadi, iniziata con la bocciatura della giunta Raggi alla candidatura di Roma, aveva imposto sin dalle settimane scorse prudenza alla fetta pentastellata dell’esecutivo.

E in un contesto in cui la dialettica tra M5S e Lega sulle Grandi Opere è più che mai spigolosa, l’arrivo di un nuovo dossier che coinvolge amministratori locali pentastellati e leghisti rischia di complicare ancor di più la partita interna al governo.

Nel Movimento – o almeno nella sua parte più governista – l’entusiasmo era emerso solo quando si era presentata la possibilità di una candidatura in solitaria di Torino. Poi, con l’affiancamento di Milano e Cortina quell’entusiasmo si è via via affievolito con la sindaca di Torino Chiara Appendino che, raccontano fonti di governo, negli ultimi giorni è stata in contatto continuo con Luigi Di Maio per valutare le scelte da fare.

E in serata Appendino spiega ciò che nel governo già sapevano: le perplessità sul masterplan del Coni sono diverse e Torino si rimette alle scelte del governo. Scelte sulle quali l’esecutivo prende tempo. Ma l’impressione è che il suo placet al momento sia in forte dubbio. “Non ci sono preclusioni ideologiche, valutiamo i progetti autonomamente, e valutiamo il rapporto costi/benefici”, spiega Simone Valente, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e responsabile Sport del M5S che ha in mano il dossier Olimpiadi da un mese.

Chi ha la delega allo Sport nel governo, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti da il suo ok alla proposta solo se le città coinvolte saranno unite. Ma, fanno notare nel governo, al momento quell’unità è lontanissima. A Palazzo Chigi, nelle prossime ore, il masterplan verrà esaminato ed è probabile che entri informalmente nella discussione del Consiglio dei ministri.

Nel M5S l’aria è però quella della fumata nera. “Zero entusiasmo su questo progetto, non conviene”, sottolinea un parlamentare d’alto rango del Movimento. E sullo sfondo c’è l’attenzione ad un elettorato che, in Piemonte, è già sulle barricate per il dossier Tav e che, in parte, non digerirebbe anche il sì ai Giochi.

La decisione finale, certo, dipenderà non solo dal M5S ma anche dalla Lega e nel Movimento, allo stesso tempo, si assicura come un eventuale “no” ai Giochi non derivi dai rapporti, in passato burrascosi, tra i pentastellati e il numero uno del Coni Giovanni Malagò. Il suo incarico è più che mai solido. Ma nel 2019 il governo rinnoverà i vertici di Coni Servizi, azienda che ha nel Mef il suo azionista unico e che, di fatto, è la “cassa” del Coni. E lì, probabilmente, lo spoil system giallo-verde entri in azione.

(di Michele Esposito/ANSA)

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